28 marzo 2024
Aggiornato 22:30

La Farnesina in merito alla Conferenza di Durban

«Il documento sul tavolo a Ginevra rimane lontano dall’essere una piattaforma condivisa di idee e di valori»

ROMA - Il 5 marzo l’Italia aveva annunciato la decisione di ritirarsi dai negoziati preparatori della Conferenza di riesame di Durban. Ritirandosi dai negoziati, l’Italia aveva inteso lanciare un segnale chiaro e tempestivo sulla necessità di «cambiare rotta» e di concentrare gli sforzi per elaborare un documento finale che puntasse ad unire, non a dividere, la Comunità Internazionale su un tema di così grande importanza per il futuro della convivenza tra popoli nell’era della globalizzazione.

Ad un mese e mezzo di distanza, mentre si apre la Conferenza, dobbiamo constatare con forte rammarico che non si sono realizzate le condizioni per rivedere la nostra dolorosa decisione. Gli intensi sforzi negoziali di questo periodo, che abbiamo sostenuto, hanno prodotto indubbiamente dei progressi, di cui diamo atto ai negoziatori, in particolare alla delegazione russa. Tuttavia, il documento sul tavolo a Ginevra rimane lontano dall’essere una piattaforma condivisa di idee e di valori: esso rappresenta piuttosto un compromesso fragile e contraddittorio tra posizioni difficilmente conciliabili, che non serve il nobile scopo per cui era destinato. Ma sulla lotta al razzismo e alla discriminazione non sono possibili compromessi al ribasso.

Sarebbe stato necessario un documento radicalmente diverso, che in maniera forte ed incisiva, e senza richiamarsi a questioni controverse e divisive, abbracciasse i valori e i principi che difendiamo ed individuasse strategie per sostenerli. Un simile testo avrebbe consentito a tutti gli Stati di partecipare alla Conferenza ed avrebbe ridato vero slancio alla lotta al razzismo ed a tutte le forme di intolleranza e discriminazione. È per questo che in seno all’Unione Europea avevamo spinto per un’intesa sul testo elaborato dai Paesi Bassi che presentava queste caratteristiche e che avrebbe dovuto essere presentato dall’Unione sul tavolo negoziale qualora il documento ginevrino non fosse risultato accettabile da tutti gli europei. È prevalsa, purtroppo, una visione diversa, che non possiamo condividere.

Nella nostra valutazione abbiamo anche preso in considerazione i rischi connessi allo svolgimento dei lavori della Conferenza e alle dichiarazioni che saranno pronunciate in plenaria e a margine. Non possiamo partecipare ad un evento dove nuovamente, come già nel 2001, il conflitto israelo-palestinese venga strumentalizzato ed Israele venga messo all’indice come paese razzista. Gli eventi di lunedì pomeriggio hanno confermato tale previsione.

Fino all’ultimo momento abbiamo avuto intense consultazioni con i nostri partners europei. Abbiamo registrato con soddisfazione che la posizione assunta inizialmente dall’Italia è stata alla fine seguita da altri Paesi, europei e occidentali, che hanno condiviso le nostre valutazioni.

La lotta al razzismo ed alla discriminazione deve continuare. L’Italia manterrà, a livello nazionale ed internazionale, il suo forte impegno a favore dei diritti umani e contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, che rimangono delle assolute priorità del Governo. In sede internazionale continueremo a promuovere, insieme agli altri Paesi, iniziative incisive e condivise. Auspichiamo che l’«opportunità mancata» con la Conferenza di revisione di Durban segni una svolta al fine di ricostruire, attraverso un percorso diverso, l’unità di intenti della Comunità Internazionale e per raggiungere insieme l’obiettivo di un mondo dove la discriminazione non abbia più cittadinanza.