26 aprile 2024
Aggiornato 19:00

Ambiente, Cgil: nessuna traccia dei 3mld per bonifica siti industriali inquinati

Riunione al ministero sviluppo economico, individuate prime tre aree

ROMA - «Dei 3 miliardi di euro già stanziati per la bonifica dei siti industriali inquinati non vi è più traccia». La denuncia è di Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil, dopo la riunione del Comitato di Sorveglianza del programma straordinario nazionale per il recupero economico e produttivo dei siti industriali inquinati che si è svolta al ministero dello Sviluppo economico.

«La riunione ha confermato quanto già avevamo denunciato - osserva Agnello Modica - ovvero che dell’originaria dotazione di 3009 milioni di euro, stabilita da delibera Cipe 166 del 21 dicembre 2007, nell’ambito del quadro strategico nazionale 2007-2013 attraverso la definizione di un progetto strategico speciale a valere sul fondo aree sottosviluppate, non vi è più traccia».

Oltre le risorse per le bonifiche però, «nella riunione - dice la dirigente sindacale - ci è stato comunicato che le richieste di interventi per bonifiche erano complessivamente 116, di questi 60 sono state dichiarate ammissibili in quanto rispondenti ai criteri della legislazione vigente. Di questi 60, in base ai criteri di oggettiva priorità, ne sono stati selezionati 26». Inoltre, aggiunge, «ci è stato comunicato che entro 10 giorni dovrebbe essere emanato un decreto interministeriale che, stante la crisi e la necessità di finanziare opere immediatamente cantierabili, dovrebbe autorizzare la spesa di 50 milioni di euro per la bonifica di siti immediatamente operativi». I siti individuati sono: Fidenza in Emilia Romagna, sito di interesse nazionale, con una dotazione finanziaria di 4 milioni di euro; Massamortara in Umbria, sito di interesse regionale, con un finanziamento di 2,5 milioni di euro e Ravenna, sito di interesse regionale, con 23 milioni di euro. Mentre i 20,5 milioni di euro rimanenti sono per le spese di assistenza tecnica a valere però sulla somma originaria.

«Quanto comunicatoci è di una gravità straordinaria - aggiunge Agnello Modica - e richiede una adeguata risposta da parte nostra e delle altre forze sociali: gli interventi di bonifica, oltre a restituire pezzi di territori a nuovi insediamenti produttivi ed evitare danni alla salute dei lavoratori e dei cittadini possono essere un moltiplicatore di possibilità occupazionali». Tutto ciò, inoltre, rende per la sindacalista «ancora più incomprensibile la scelta del governo, contenuta nella legge 13/09, di utilizzare la ‘transazione globale’ (condono), come strumento di semplificazione per accelerare le opere di bonifica». Infine, conclude, «vi è da segnalare che la delibera Cipe del 2007 assegnava il 60% c.a. delle risorse alle Regioni del mezzogiorno, nel mentre, dall’allegato elenco, si evince che la maggior parte degli interventi riguarda le Regioni del centro-nord».