29 marzo 2024
Aggiornato 12:30

Federalismo fiscale, UIL: testo migliorato ma restano i dubbi sui costi

«Ora si apra un dialogo nel paese e con il paese»

ROMA - Il testo del Disegno di Legge sul fisco federale, approvato dalla Camera, anche grazie alla collaborazione «bipartisan», è senza ombra di dubbio migliorato, ma adesso si devono avviare le altre riforme istituzionali partendo dal Codice delle Autonomie.
Il federalismo fiscale va costruito con saggezza, perché è una riforma che potrebbe cambiare concretamente la vita delle persone ed occorre, anche per questo, partire dai «numeri» (costi, tasse?) che la sua applicazione comporta.

Dubbio costi - Per questo rimangono dubbi e perplessità sugli stessi costi dell’operazione e, dunque, chiediamo al Governo di chiarire questo punto.
La moltiplicazione dei centri di costo, l’autonomia data alle Regioni e alle nascenti Città Metropolitane di istituire nuovi tributi, al di fuori delle basi imponibili indicate dallo Stato, mette a rischio l’invarianza del livello di pressione fiscale.

Carico fiscale - Non vorremmo, che tutto ciò si traduca in un maggiore carico fiscale per i cittadini in generale ed, in particolare, per i lavoratori dipendenti e pensionati.
Perché quando si parla di fisco non bisogna mai dimenticare che l’85% dei contribuenti IRPEF sono lavoratori dipendenti e pensionati e che il 91% del gettito è prodotto da questi.

Per questo auspichiamo, che dopo l’approvazione definitiva in Senato, si apra un dialogo ed un confronto a 360 gradi «nel Paese e con il Paese», con il coinvolgimento diretto delle forze sociali per discutere i Decreti Attuativi.