19 aprile 2024
Aggiornato 22:30

Federalismo, Franceschini: Abbiamo evitato le tasse spezzatino

Leader PD replica a critiche governatore Piemonte

ROMA - «Ritengo un importante successo dell'azione politica del Pd aver evitato lo 'spezzettamento' regionale dell'Irpef-Ire. La stessa considerazione vale per il meccanismo di costruzione dei fondi perequativi nazionali». Lo afferma, in una lettera al Corriere della Sera, il segretario del partito democratico replicando alle critiche del governatore del Piemonte, Mercedes Bresso, sul federalismo. Franceschini rivendica quanto fatto dal Pd per modificare il testo.

«La 'territorialità' delle imposte, manifesto politico della Lega - spiega - non è presente nel testo della Costituzione, e quindi il nostro obiettivo è stato di riportare questo presunto principio nell'alveo del testo costituzionale che parla di progressività e capacità contributiva. Per quanto riguarda la riserva di aliquota sull'imposta personale sui redditi, so bene che le Regioni l'avevano accettata a fronte dell'ipocrisia del Governo, che ha ridotto la base imponibile dell'Ici e continua a ritenere l'Irap un'imposta da abolire. Con la riserva di aliquota si rischierebbe di 'balcanizzare' la principale imposta italiana in 21 diverse imposte, con buona pace del principio di progressività e dell'uso dell'imposta per obiettivi di tipo meritorio (famiglia, figli, condizioni di lavoro, ecc.)».

«Se essi fossero costruiti come Mercedes Bresso propone, le Regioni a più bassa capacità fiscale - sottolinea Franceschini - avrebbero perdite più consistenti, con la conseguenza inaccettabile per il Pd di una valutazione del processo di attuazione del Titolo V della Costituzione 'punitiva' nei confronti delle comunità residenti nei territori regionali più deboli». Infine il segretario democratico affronta la «questione istituzionale». «Per il Pd - osserva - le istituzioni devono essere salvaguardate dagli interventi invasivi della politica. Io sono estremamente rispettoso e attento alle posizioni che la Bresso vorrà assumere nella funzione di Presidente di un'importante Regione italiana in tutte le sedi che riterrà proprie, e soprattutto in quelle del confronto e della concertazione inter-istituzionale fra Governo e Regioni.

Al tempo stesso, sono altrettanto attento a salvaguardare l'autonomia politica del Partito Democratico, e dei suoi Gruppi parlamentari nelle scelte di voto, e a pensare che il Parlamento abbia il diritto di valutare nel merito le intese Stato- Regioni e a proporne modifiche sulla base di valutazioni di interesse generale e nazionale. C'è un solo modo di superare gli endemici conflitti fra le Conferenze Stato-Regioni-Autonomie e il Parlamento, ed è quello di andare verso una riforma del Parlamento, il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero di parlamentari, la trasformazione del Senato in Camera delle Regioni e delle Autonomie. E questo, come Mercedes sa, è uno dei principali punti programmatici del nostro Partito».