3 settembre 2025
Aggiornato 07:00

Afghanistan. Caso Sayed, Frattini: Strada diritti è ancora lunga

«Non è solo un problema di leggi ma di cultura che va consolidata»

KABUL - «Dare all'Afghanistan istituzioni pienamente rispettose dei diritti umani è una strada lunga». Il ministro degli Esteri Franco Frattini commenta così, a margine di un convegno alla Farnesina, la conferma da parte della Corte Suprema afgana della condanna a 20 anni di carcere per blasfemia allo studente-giornalista afgano Sayed Pervez.

«Questi episodi - sostiene il capo della diplomazia - ci mostrano come ci sia ancora tanta strada da percorrere». Frattini ricorda che l'Italia è stata «tra quelli che hanno promosso la Costituzione afgana, che l'hanno in qualche modo costruita insieme alle autorità di Kabul». Ancora oggi, gli italiani hanno la «responsabilità della formazione della magistratura afgana: il problema è che ci vuole tempo» constata il titolare della Farnesina.

Il caso di Sayed, insomma, non è solo «un problema di leggi ma di mentalità, di cultura che va consolidata» secondo Frattini. «Ecco perchè - aggiunge - per l'Afghanistan ci vuole una soluzione globale, queste cose non le possono fare i nostri valorosi soldati». «Cambiare un sistema giudiziario dal profondo - sintetizza il ministro - richiede tempo, pazienza e formazione».

E ancora una volta la realtà afgana ci dimostra che «la soluzione deve essere politica», conclude Frattini, ricordando che la «strategia globale» dell'Italia su Afghanistan-Pakistan parla di «stato di diritto ma ovviamente anche di come consolidare la democrazia» e di questi temi si discuterà alla riunione internazionale che si terrà a fine giugno a Trieste, a margine dell'incontro fra i capi delle diplomazie del G8.