28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Jane Goodall compare nel film-documentario di Marcherita D’Amico

La caccia è la sconfitta dell’uomo occidentale

La LAV: «Impedire pericolose modifiche alle norme in vigore in materia di caccia, attualmente all’esame del Senato»

Jane Goodall, l’etologa di fama mondiale resa celebre dai suoi studi sugli Scimpanzè della Tanzania, è in questi giorni in visita in Italia per celebrare il decimo anniversario della nascita della sede italiana del Jane Goodall Institute.
Con l’occasione, la grande scienziata è stata coinvolta nel film-documentario «A ferro e fuoco», che la scrittrice Margherita D’Amico sta realizzando in questi giorni, incentrato sulla caccia, e sulla violenza e la sopraffazione che muovono le azioni dei cacciatori.

Jane Goodall, intervistata dalla D’amico, ha commentato le modifiche alle norme in vigore in materia di caccia attualmente all’esame della Commissione Ambiente del Senato - relatore il  Senatore Orsi - che, se approvate così come proposte stravolgerebbero la normativa in vigore.

Cancellazione dei reati di bracconaggio, nomadismo venatorio e estensione della licenza di caccia ai minorenni, sono stati i temi, scottanti, che Jane Goodall ha evidenziato come asserviti alla «logica del denaro e dell’industria» censurandoli senza riserve.

«La caccia è la sconfitta dell’uomo occidentale» ha sintetizzato l’etologa, opinione condivisa da Margherita D’Amico che, nel suo film-documentario, intende soffermarsi sull’analisi degli innumerevoli soprusi compiuti dai cacciatori, non solo nei confronti dei milioni di animali uccisi ogni anno, ma anche nei confronti della stragrande maggioranza dei cittadini che vorrebbe la chiusura definitiva della caccia.

«Violazione delle proprietà, spari nei pressi delle abitazioni, uccisioni degli animali domestici, distruzione delle colture, sono gli abusi che chiunque viva ai margini delle campagne è costretto a sopportare quotidianamente nel corso della stagione di caccia», commenta Massimo Vitturi, responsabile caccia e fauna selvatica, della LAV.

«Se il testo licenziato dal senatore Orsi venisse approvato così com’è, quelli che ad oggi sono gravissimi atti di bracconaggio e inaccettabili violazioni alle normative europee, di fatto sarebbero resi legali, configurando un futuro drammatico per milioni di animali», conclude Vitturi.