19 aprile 2024
Aggiornato 17:00

Mafia: Palermo, sequestrato patrimonio da 400 mln a imprenditore

Rosario Cascio, 74enne nato a Santa Margherita Belice in provincia di Agrigento, è stato condannato, nel processo «Mafia e Appalti», con sentenza passata in giudicato

PALERMO (Apcom) - La Direzione investigativa antimafia, ha sequestrato beni per un valore complessivo di circa 400 milioni di euro all'imprenditore agrigentino Rosario Cascio. L'uomo, 74enne nato a Santa Margherita Belice in provincia di Agrigento, è stato condannato, nel processo «Mafia e Appalti», con sentenza passata in giudicato, a sei anni di reclusione per avere preso parte al «sistema Siino», ideato dall'indiziato mafioso Angelo Siino, 'ministro dei Lavori Pubblici' di Cosa Nostra.

Il 2 settembre 2008, Cascio Rosario è stato anche colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere del Gip di Palermo, «poiché ritenuto responsabile di avere partecipato ad un sodalizio criminoso, organico a cosa nostra, al fine di acquisire il controllo di attività economiche e realizzare ingiusti vantaggi e profitti dal 1994 al 2008». In particolare, Cascio avrebbe gestito attività economiche e lavori in subappalto, nonché interessi imprenditoriali per conto di esponenti mafiosi, assicurandosi il controllo monopolistico del mercato del calcestruzzo e del movimento terra. Con la forza intimidatrice, derivante dallo status di mafioso, avrebbe imposto, unitamente ad altri sodali, tale controllo sugli altri operatori economici del settore che, con prezzi estremamente concorrenziali, tentavano di inserirsi nelle forniture.

Cascio Rosario ha avuto anche rapporti con Filippo Guttadauro, indiziato mafioso e fratello di Giuseppe, del mandamento mafioso di Brancaccio, sposato con Messina Denaro Rosalia, sorella del noto latitante Matteo Messina Denaro. Il sequestro, disposto dal Gip del Tribunale di Palermo Antonella Consiglio, su richiesta della Dda di Palermo, ha interessato società operanti nel settore del commercio degli inerti, del calcestruzzo e degli appalti, nonché beni mobili ed immobili ed è il risultato delle indagini economiche e patrimoniali sul conto di Cascio e delle società a lui riconducibili nell'arco degli ultimi trent'anni.

Sono stati sottoposti a sequestro 14 tra ditte individuali e società di Capitali operanti prevalentemente nel settore edilizio ed intestatarie, 200 appezzamenti di terreno siti nelle province di Trapani e Agrigento, 90 fabbricati, 9 stabilimenti industriali, tra cui diversi silos siti nel Porto di Mazara del Vallo, 120 automezzi nonché beni direttamente riconducibili a Rosario Cascio e alla moglie tra cui 42 appezzamenti di terreno siti nelle province di Trapani ed Agrigento, 50 fabbricati, autovetture e disponibilità finanziarie varie. Il sequestro di oggi «testimonia il particolare impegno profuso dalla Dia, in linea con le precise direttive dell'autorità di Governo ed in perfetta sintonia con l'autorità giudiziaria, nell'aggredire i patrimoni illeciti delle grandi organizzazioni criminali, nel caso specifico Cosa nostra».

Il tutto è stato reso possibile anche «grazie ad innovative tecniche di indagine condotte con il coordinamento del Dipartimento Mafia-economia della Dda di Palermo, diretto da Roberto Scarpinato, e consistenti nell'attivazione di accessi telematici diretti all'anagrafe dei rapporti finanziari, si è reso altresì possibile individuare in tempo reale e quindi sottoporre contemporaneamente a sequestro tutte le disponibilità finanziarie facenti capo ai soggetti coinvolti nelle indagini esistenti presso vari istituti di credito in campo nazionale».