Traffico di cuccioli scoperto da Polstrada su A1 Bologna-Firenze
La LAV: urgente ddl che introduce il reato di traffico di cuccioli
«Questo nuova brillante operazione della Polizia Stradale conferma purtroppo la gravità delle illegalità commesse nel settore dell’importazione e della vendita di cuccioli di cane, a tutto danno dei piccoli animali che rischiano la vita. Meno di 10 giorni fa altri 20 cuccioli sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Prato e negli ultimi mesi altre importanti operazioni sono state effettuate dal Corpo Forestale dello Stato: temiamo che il fenomeno possa riguardare ogni anno migliaia di cuccioli». Questo il commento di Ilaria Innocenti del settore Cani e Gatti della LAV, alla notizia di un carico di circa 40 cuccioli di cane, di diverse razze, fermato dalla Polizia Stradale sull’A1 Bologna-Firenze, per il quale sarebbero state accertate diverse irregolarità (età non idonea, mancanza di documentazione). Il furgone proveniva dalla Romania ed era destinato ad Alexander Amicucci, importatore leccese di cani. La posizione dei due trasportatori è al vaglio della Procura di Bologna: saranno denunciati dalla Polstrada per maltrattamenti di animali e per reati connessi all'illecita importazione.
La LAV chiede che venga al più presto emanato il Disegno di Legge di ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione degli animali da compagnia (firmata dal nostro Paese nel 1987, ma mai recepita), nel quale il Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini si sono impegnati a inserire il reato di traffico di animali da compagnia al fine di perseguire chi, in maniera organizzata, clandestina e priva di documentazione, introduce e commercia cuccioli dall'Est nel nostro Paese.
«Questa e una serie di altre misure sono state proposte dalla LAV a tutela del benessere animale che, purtroppo, in troppi casi è del tutto trascurato per discutibili forme di guadagno su esseri viventi indifesi, oggetto di un commercio non condivisibile sul piano etico e ancor meno accettabile quando questo viola aspetti delicati e importanti come l’età dei cuccioli e la loro salute – continua Ilaria Innocenti – Nessuno vuole boicottare il libero scambio, bensì far comprendere che i cuccioli non sono oggetti d’arredamento o merci di scambio».
A livello europeo il Ministro Frattini, condividendo la campagna di sensibilizzazione della LAV, ha chiesto alla Commissaria Europea alla Salute Androulla Vassiliou un intervento di armonizzazione delle norme che riguardano questa materia, la revisione degli standard dei microchip che renda possibile la completa e sicura tracciabilità degli stessi, l’adozione di misure che intervengano sulle pratiche di allevamento degli animali da compagnia, la definizione di rigorosi protocolli armonizzati a livello comunitario per tutte le patologie che rappresentano cause di morte per gli animali.
Proprio per favorire l’attuazione di questi importanti impegni, per informare e invitare i cittadini a non acquistare cani o gatti preferendo sempre l’adozione da un canile, sabato 21 e domenica 22 marzo e anche nel fine settimana successivo del 28 e 29 marzo, la LAV sarà presente con centinaia di tavoli informativi nelle piazze delle principali città d’Italia (informazioni su: www.lav.it – tel. 06 446135).
La tratta dei cuccioli coinvolge ogni anno migliaia di cani e gatti, provenienti dai Paesi dell’Est, in particolare da Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, importati in modo truffaldino falsificando i documenti, precocemente strappati alle cure delle loro madri costrette a continue gravidanze, sottoposti a infernali viaggi e imbottiti di farmaci per farli sembrare sani all’acquirente. La mortalità dei cuccioli nella fase che va dal trasporto ai primi mesi dopo l’arrivo in Italia raggiunge il 50%. La carenza di controlli sanitari e la violazione della normativa in materia di vaccinazione (es. vaccinazione antirabbica) comportano elevati rischi sanitari per l’Italia. Il valore di mercato di un cucciolo importato dall’Est (soprattutto Carlini, Jack Russell, West Highland, ecc.) e spacciato per italiano falsificando i documenti può aumentare fino a 20 volte, con un giro d’affari annuo stimato in 300 milioni di euro.