20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Domatori italiani al Festival internazionale del circo di Montecarlo

Circo: a Montecarlo pubblicizzato l’addestramento “dolce”

La LAV: ipocrisia, via gli animali dal Festival del Circo di Montecarlo

Via gli animali dal Festival internazionale del Circo di Montecarlo: è questa la richiesta che la LAV avanzerà ai reali del Principato di Monaco per far sì che il più importante Festival Internazionale del Circo, che vi si svolge ogni anno, possa fare un salto di qualità e innovarsi accogliendo le istanze del vasto pubblico che ritiene crudele costringere gli animali ad esibirsi negli spettacoli circensi.

L’ultima edizione del Festival internazionale del Circo di Montecarlo, conclusasi la scorsa settimana, ha premiato - al secondo e terzo posto della classifica - due domatori italiani e pubblicizzato il presunto metodo «dolce» di addestramento degli animali.

«E’ ora di spazzare via ipocrisie come il metodo di addestramento ‘dolce’ e di informare correttamente il pubblico: il fatto che la frusta o altri strumenti coercitivi non siano utilizzati dall’addestratore durante l’esibizione dell’animale davanti al pubblico, non significa affatto che l’animale non abbia subito un addestramento violento - dichiara Nadia Masutti, responsabile LAV settore Esotici, Circhi e Zoo - E’ bene non confondere la fase dell'addestramento con  il risultato che il domatore vuole ottenere, e cioè il numero che alla fine verrà fatto compiere all'animale davanti al pubblico. Lo spettacolo non mostra assolutamente nulla di come l'animale sia stato effettivamente addestrato ed è quindi inutile, durante l’esibizione, ‘minacciare’ un animale con una frusta o con dei bastoni quando tutto il suo addestramento è già stato compiuto e completato in precedenza, lontano da occhi indiscreti, con le buone o con le cattive maniere. Se un animale è già stato costretto ad eseguire gli ordini dal suo addestratore, la sola paura è sufficiente a indurlo a ripetere ciò che gli è stato ordinato, senza bisogno di particolari ausili. Così si spiega, ad esempio, l'utilizzo della tanto decantata piuma che fa danzare i cavalli.»

«Il pubblico non può credere, ad esempio, che degli elefanti possano sedersi su sgabelli o compiere esercizi, innaturali e pericolosi per la loro conformazione fisica, solo in base a una richiesta verbale del domatore, come raccontano alcune cronache giornalistiche  di questi giorni del Festival del Circo di Montecarlo - prosegue Nadia Masutti – Né si può continuare a definire «arte» uno spettacolo che non rispetta le reali esigenze degli animali umiliandoli fino a farli diventare dei fenomeni da baraccone».

«E' triste considerare che l'Italia abbia ottenuto  dei riconoscimenti al Festival di Montecarlo solamente per  alcuni domatori: non per abilità e bravura personali, ma per la discutibile capacità di sottomettere alla propria volontà degli animali  - conclude Nadia Masutti - Riteniamo perciò che non vi sia nulla di cui andare particolarmente fieri come invece ha dichiarato il Ministro Zaia che si occupa di Politiche agricole e non di spettacolo. Non a caso, il recente Festival del Circo di Montecarlo è stato vinto da artisti trapezisti e non dai domatori.»