25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Riforma Presidenziale

«Il Parlamento è sovrano ma no alla concentrazione dei poteri»

A chi gli chiede come giudichi il ritorno di fiamma del presidenzialismo, Carlo Azeglio Ciampi cerca di non rispondere. «Decide il Parlamento, le sue scelte sono sovrane», dice

A chi gli chiede come giudichi il ritorno di fiamma del presidenzialismo (se ne parla, a vuoto, da quasi tre decenni), Carlo Azeglio Ciampi cerca di non rispondere. «Decide il Parlamento, le sue scelte sono sovrane», dice. E per aggiornare quella posizione oggi aggiunge solo: «Ne parlai otto anni fa a Novara. Non ho cambiato idea. Oggi la penso allo stesso modo».

Il presidente preferisce evitare un giudizio frontale e diretto sulla riforma istituzionale radicale suggerita ancora una volta da Berlusconi. Risponde ripassando invece i principi guida della democrazia italiana.
Disse allora (21 novembre del 2001) che «le istituzioni crescono e si affermano unicamente se vivono la propria vita nell´autonomia, quale è definita per ciascuna di esse dalla Costituzione, dalle leggi, dagli statuti».
Cardine delle moderne democrazie, disse ancora (e confermerebbe oggi) è il «principio della divisione dei poteri, accolto e formulato in modo esemplare, nella nostra Costituzione repubblicana. Quindi è dovere di tutti rispettare i limiti delle proprie competenze».
«Titolare della funzione legislativa» dice ancora l´ex capo dello Stato, è «il Parlamento.

Spetta ai parlamentari, al governo e al popolo l´iniziativa delle leggi. Compete al Parlamento la facoltà di discuterle e approvarle» e «in via esclusiva» tocca alla Corte Costituzionale «il giudizio sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e la decisione sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato».
Un mese dopo, nel messaggio tv di Capodanno 2001, Ciampi sfiorava ancora il problema (evitando tuttavia conflitti frontali) ricordando che l´Italia è «una democrazia parlamentare. Chi ha avuto la maggioranza deve aver modo, governando, di dimostrare quanto vale, quanto sa fare per il progresso del nostro popolo. Chi è in minoranza eserciti con impegno e responsabilità il compito indispensabile dell´opposizione: controllo, critica e proposta».

Una democrazia funziona bene se «ciascuna istituzione esercita il proprio compito rispettando i limiti delle proprie competenze». E «la divisione dei poteri, senza conflitti né sottomissioni, resta insuperabile baluardo dei valori di libertà e democrazia». Nella realtà attuale, nel nostro ordinamento il presidente della Repubblica «non ha fra i suoi compiti quello di governare. Egli rappresenta l´unità nazionale. Vigila e opera perché siano rispettati i principi costituzionali. Ha il diritto-dovere di consigliare».
Come dire con questi poteri non ha senso l´elezione diretta del popolo sovrano. Il presidente della Repubblica non governa. Ma se cambia tutto, se si modifica radicalmente il contesto costituzionale, tutto può cambiare. Questo a norma di Costituzione, quella attuale di cui il capo dello Stato è garante e tenuto a farla rispettare.
Ma la destra vuole mettere le mani su questa Costituzione, nata nel dopoguerra dopo la sconfitta del fascismo (e dell´Italia).
E Berlusconi (l´uomo più ricco d´Italia, proprietario di tante televisioni e di un partito politico che gli obbedisce ciecamente) ha deciso che vuol diventare presidente direttamente eletto dagli italiani. Possiede denaro, giornali e televisioni, è quindi in grado di convincere gli italiani.
«Attenzione. Una cosa è aumentare i poteri del presidente del Consiglio per rimediare alla debolezza italiana», dice ora Ciampi, «poteri che fino a ieri non gli consentivano neppure di far dimettere un sottosegretario. Altra cosa è la concentrazione di poteri che si profila. Io dissi chiaramente che ci voleva una legge sul conflitto d´interessi. Mi fu risposto allora che il problema non era così urgente».