29 ottobre 2025
Aggiornato 13:00
Finanziaria e fondi all'editoria

«Tagli editoria consolidano anomalia italiana»

Il senatore dell'Italia dei Valori Francesco «Pancho» Pardi interviene in Aula durante la discussione sulla Finanziaria

«Il taglio dei fondi all'editoria sta provocando un grave danno alla democrazia in Italia, in quanto si perde la pluralità dell'informazione»: il senatore dell'Italia dei Valori Francesco «Pancho» Pardi interviene in Aula durante la discussione sulla Finanziaria, per denunciare la preoccupante situazione che si creerà con la perdita di grandi testate giornalistiche come quella del Manifesto.

«Si profila un panorama grigio - sostiene Pardi - dove spicca solo il più grande editore italiano che, guarda caso, è il Presidente del Consiglio. L'impegno di Berlusconi nel prevaricare la libertà di stampa d'altronde è costante: dall'editto bulgaro contro Biagi, Santoro e Luttazzi alla causa contro l'Economist e contro uno scrittore americano reo di aver pubblicato un libro poco gradito, ai ripetuti insulti contro giornalisti e direttori. D'altronde la sua, quella di impossessarsi del settore comunicazione, è una linea di condotta già delineata nei progetti eversivi e dirigisti della P2».

«Adesso è la volta dell'emendamento IdV alla Finanziaria volto a ripristinare i fondi per l'editoria - sottolinea Pardi - bocciato dalla maggioranza che, ancora una volta, si impegna a consolidare l'anomalia italiana di un Premier padre padrone. Berlusconi è l'unico, nel panorama delle democrazie occidentali, a possedere, tra l'altro, emittenti tv, case editrici, quotidiani. Stupisce però che tra gli 'yes-men' del Premier - conclude Pardi - ci sia anche la Lega Nord, visto che pure il loro organo di stampa, la Padania, rischia gravi ripercussioni economiche».