19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Vigilanza RAI, RAI e Partito Democratico

Villari espulso dal PD. La Rai perde sempre più soldi

Crisi politico-finanziaria per la tv pubblica: stallo in Commissione e deficit a 35 milioni

Lo stallo all'interno della Commissione di Vigilanza Rai in seguito all'elezione di Riccardo Villari, espulso ieri dal PD, ha acuito la situazione deficitaria della Rai stessa che, secondo le ultime stime, registrerà un passivo vicino ai 35 milioni a causa del mancato introito pubblicitario. Il presidente del Cda, Claudio Petruccioli ha definito «insostenibile» l'ulteriore rinvio delle nomine e si è dichiarato pronto ad assumersi ogni responsabilità per procedere alle scelte. E intanto la pantomima della nomina di Villari a presidente della Commissione è giunta ad un nuovo capolinea con l'espulsione del «non scelto» dal Partito Democratico.
Villari dopo una ricostruzione, a dir poco fantasiosa, dei fatti accaduti si dichiarava «amareggiato» per essere stato trattato come un «abusivo» e, ciononostante, ritirava il ricorso alla procedura di espulsione.

Villari non appartiene più all'opposizione - Anna Finocchiaro annunciava ai cronisti «Villari non appartiene più all'opposizione e non la rappresenta, ma leggendo le dichiarazioni di esponenti del dl non rappresenta nemmeno la maggioranza. E' quindi un presidente che non rappresenta certamente né l'opposizione né la maggioranza e il quadro appare fortemente segnato da questo». Dunque, «ora la sua permanenza alla presidenza ha tutto un altro significato».

Il capogruppo dei senatori del PD ha sottolineato di aver «molto apprezzato le dichiarazioni dei presidenti Cicchitto e Gasparri che dicevano non avrebbero partecipato alle sedute in cui si dovesse votare il Cda Rai». La Finocchiaro ha quindi confermato che martedì prossimo torneranno a riunirsi i capigruppo di Camera e Senato di maggioranza e opposizione per tentare di sbloccare la vicenda Vigilanza Rai.

Molto duro anche il giudizio di Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori del PD: «Riccardo Villari ha parlato per ben 20 minuti di se stesso. Solo di se stesso. Si è descritto come capro espiatorio e come vittima del suo Gruppo e del suo partito. Ha finto di non capire che un senatore del Partito Semocratico non può fare il presidente della Vigilanza Rai, coi voti del partito di Berlusconi».

«Villari – ha continuato - si è anche 'dimenticato' di ricordare che aveva garantito ripetutamente di dimettersi non appena trovata una soluzione condivisa su un nuovo nome. Con Sergio Zavoli è stata trovata la soluzione, ma Villari sta ancora là. Evidentemente gli piace».
«Dopo la sua filippica, vuota e molto retorica, con una mossa furbastra che aveva l'obiettivo di evitare il voto dell'Assemblea, Villari ha ritirato il ricorso e ha detto di voler difendere la sua onorabilità personale. Lasciamo perdere l'onorabilità personale che non c'entra niente. Villari ha preso una decisione politica e, su questo piano – ha concluso il vicepresidente -, ha torto marcio».

In serata la Commissione Nazionale di garanzia ha stabilito la sua espulsione e diramato un comunicato.

Nomine RAI - Nell'audizione di Viale Mazzini, Petruccioli ha dichiarato che «è possibile ed è evidente che se la situazione di stallo dovesse persistere, saremo noi a fare le nomine che sono in sospeso». In effetti sono mesi che molti ruoli di rilevanza all'interno dell'azienda sono ancora vacanti e retti ad interim. Il caso più clamoroso è la direzione di Rai1 dove, dopo l'uscita di Fabrizio Del Noce – ora direttore di Rai Fiction – il posto è ancora vuoto. «Avevamo detto alla scadenza del nostro mandato - ha ribadito il Petruccioli - che si poteva aspettare qualche mese, ma se la situazione di incertezza fosse proseguita non avremmo potuto sottrarci al dovere, in quanto amministratori dell'azienda, di fare quello che è negli interessi della Rai».

Ma non è solo una questione amministrativa e direttiva ad essere al centro della denuncia del presidente della Rai. Sia Petruccioli, sia il direttore generale, Claudio Cappon si sono soffermati sulla preoccupante condizione economica in cui versa la Rai. Il bilancio del 2008 si chiuderà con un passivo di 35 milioni a causa di un «buco», quantificabile tra i 40/50 milioni in meno degli introiti pubblicitari. Insomma la crisi economica è per tutti, Rai e spot pubblicitari compresi.

Davanti all'aula semi deserta di Palazzo San Macuto, Petruccioli ha indicato nell'adeguamento del canone la soluzione più immediata alla copertura del debito. «Aggiungere alle difficoltà di mercato una ulteriore contrazione delle entrate di qualche decina di milioni di euro per mancato adeguamento del canone, potrebbe costituire per la Rai un colpo pesantissimo. Nella legge l'adeguamento non è facoltativo ma obbligatorio».

All'audizione in Commissione di Vigilanza non era presente nessun membro dell'opposizione ad eccezione fatta del radicale Marco Beltrand.

A.Dra