27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Sistema autostradale

Assessori regionali convocano i gestori sui ritardi per i piani antirumore

Per capire lo stato dei fatti la Commissione “Ambiente e protezione civile” delle Regioni, coordinata dall’assessore della Calabria Silvio Greco, ha deciso di convocare tutte le Società di gestione delle autostrade italiane

Le tecnologie antirumore sono già note così come quasi tutte le località in cui i decibel del traffico autostrade superano gli indici di tolleranza, ma da anni le Società concessionarie non hanno provveduto a realizzare i piani di abbattimento.
Per capire lo stato dei fatti la Commissione «Ambiente e protezione civile» delle Regioni, coordinata dall’assessore della Calabria Silvio Greco, ha deciso di convocare tutte le Società di gestione delle autostrade italiane.

Infatti, un approfondimento è essenziale prima di avviare il confronto con il Governo per l’attuazione della legge 447/1995 che prevede l’approvazione dei «Piani di abbattimento del rumore autostradale». La situazione è molto diversa tra i gestori della rete, in quanto su 14 Società concessionarie solo otto hanno completato la verifica delle modalità e delle località in cui intervenire per tutelare la salute dei cittadini, senza effettuare gli investimenti. Altre 3 Società hanno avanzato informazioni carenti dal punto di vista tecnico, mentre altre tre Società di gestione (tra cui l’Anas) non hanno mai comunicato a Regioni e Ministero dell’Ambiente i propri piani di contenimento dell’inquinamento acustico.

«C’è sicuramente una grande sottovalutazione della responsabilità sociale - ha detto Greco - verso la tutela della salute dei cittadini, da parte di soggetti che hanno ricevuto una concessione pubblica con precisi vincoli normativi ed amministrativi. L’inadempienza non è per mancanza di risorse finanziarie, visto i bilanci delle Società dei gestori autostradali».

«Come hanno suggerito nella riunione di oggi vari assessori regionali - ha concluso l’assessore calabrese - bisognerà cominciare a pensare anche tipologie di sanzioni più efficaci per chi non rispetta l’obbligo di investimenti nella sicurezza che vadano anche oltre alla tutela dall’inquinamento acustico».