Liberi di vivere
Questa è stata la promessa con cui si sono conclusi gli stati generali della Legalità che il Partito Democratico ha organizzato a Caserta contro ogni forma di criminalità organizzata
Un impegno sincero, continuo e concreto per sconfiggere la Camorra. Questa è stata la promessa con cui si sono conclusi gli stati generali della Legalità che il Partito Democratico ha organizzato a Caserta contro ogni forma di criminalità organizzata.
All'appuntamento si sono susseguiti a parlare diversi esponenti democratici, rappresentanti dei sindacati, delle istituzioni locali, di Confindustria, il magistrato Raffaele Cantone e il sacerdote don Luigi Merola da tempo impegnati in prima linea nella lotta quotidiana contro la camorra. Non è potuto intervenire il segretario Walter Veltroni che, febbricitante, ha inviato un messaggio di saluto a tutti i partecipanti all'incontro.
È toccato a Marco Minniti, ministro ombra dell'Interno del PD, il compito di illustrare le proposte dei democratici che si concretizzeranno in iniziative legislative parlamentari nei prossimi giorni. «La politica ha bisogno di un sussulto – ha dichiarato Minniti – io sono garantista, ma deve essere chiaro che, nella nostra terra, di fare politica non ce l'ha detto il medico. Ci vuole un po' di più per essere trasparenti».
Minniti ha chiesto di «cancellare il termine emergenza nella lotta alla mafia», e concretamente ha proposto: «ci vuole un controllo maggiore del territorio, perché non ci possono essere zone franche in cui non si capisce chi comanda. Abbiamo bisogno di un'altra capacità di intelligence e di indagini e di una rivisitazione della normativa nazionale sugli appalti».
Per Minniti il primo passo deve essere quello politico: «ci vuole un gesto forte di rottura unilaterale della politica contro le infiltrazioni, e questo riguarda tutti. Noi dobbiamo essere come la moglie di Cesare: al di sopra di tutti».
In quest'ottica il governo è cieco e agisce in maniera pubblicitaria e mai sostanziale. «L'operazione di mandare – ha continuato Minniti - i militari a presidiare il centro cittadino di città come Roma, Milano è un'operazione propagandistica. Questo governo vuol dimostrare di essere forte mandando i militari in città ma poi non ha la forza di spostare un sottosegretario molto chiacchierato: si può pensare che dirige il Cipe uno che è chiacchierato da 5 pentiti? A Caserta arriva la Folgore e Cosentino resta al Cipe, incredibile!».
Volendo citare Giovanni Falcone, il ministro ombra ha concluso il suo intervento «come tutti i fenomeni umani la mafia nasce, cresce e muore. Noi siamo qui per vincere la battaglia contro la camorra».
Anche per Pina Picierno, ministro ombra per le politiche giovanili del PD, l'impegno contro la criminalità organizzata deve rappresentare una lotta senza quartiere. «Tutti devono sentire il dovere di impegnarsi, e la politica prima di tutti. Noi dobbiamo riappropriarci fisicamente e non solo degli spazi che lo Stato ha colpevolmente abbandonato. Abbiamo il dovere di indicare ai giovani una strada di fiducia alternativa a quella dei soldi facili che indica la camorra. Dobbiamo avere la forza di far camminare sulle proprie gambe l'amore per la legalità».
Uno tra gli interventi più graditi e applauditi dai partecipanti è stato quello di don Luigi Merola. Il «prete anticamorra», dopo avere denunciato pubblicamente di avere ricevuto minacce di morte proprio per il suo impegno contro la criminalità, ha invitato a non abbassare la guardia ed essere presenti e costanti nella lotta contro la camorra. «Dobbiamo rompere le scatole ogni giorno» ha concluso il suo intervento molto sentito.
E' stato quindi il turno del magistrato Cantone, anche egli da anni in prima linea contro i clan campani della comorra. Cantone ha avanzato 8 proposte concrete che il PD ha fatto proprie promettendo di trasformarle in proposte di legge.
Le proposte di Cantone sono state quelle della creazione della stazione unica degli appalti «non a livello volontaristico e insieme alla Guardia di Finanza»; la rivisitazione della disciplina degli appalti; l'estensione della certificazione antimafia anche ai privati; la rivisitazione della legge sullo scioglimento dei consigli comunali che comprenda anche gli uffici burocratici; la modifica della legge sugli interventi patrimoniali; l'istituzione di una agenzia di gestione dei beni confiscati; la previsione di garanzie e benefici fiscali per le imprese sequestrate alla mafia e la previsione di interventi sul piano processuale in modo da non abbandonare gli imprenditori che denunciano la mafia.
«Va cambiata la marcia usata nella lotta alla camorra troppo spesso questa viene affrontata come fosse un problema di ordine pubblico e invece è qualcosa di diverso, ha la capacità di creare consenso, i clan sono soprattutto impresa e rapporti con le istituzioni: in questo territorio bisogna insinuarsi. Faccio una proposta – ha concluso - di buon senso ai partiti. Non mia, l'ho sentita dire a Caserta da Massimo D'Alema: i partiti non aspettino le sentenze della magistratura per non candidare i politici. Per farlo, non basta la presunzione di innocenza ci vuole la certezza della specchiatezza».