«Berlusconi in conflitto d'interessi e incita ad evasione fiscale»
Lettera del vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda al presidente dell'Antitrust Antonio Catricalą
Il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha inviato una lettera al presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalą, per sottoporre alla valutazione dell'Autoritą un «ulteriore episodio sintomatico della sussistenza di un rilevante conflitto d'interessi a carico del Presidente del Consiglio» a proposito delle dichiarazioni rese agli industriali, rese note dalla stampa e mai smentite. Inoltre Zanda invita Catricalą a prendere provvedimenti, nell'esercizio delle sue prerogative e competenze di pubblico ufficiale, rispetto all' «istigazione alla commissione di un illecito e un potenziale danno erariale, a sua volta meritevole di segnalazione nelle sedi opportune» in relazione all'invito a non pagare il canone Rai.
Luigi Zanda si riferisce in primo luogo alle dichiarazioni del premier rese note dal Corriere della Sera del 25 ottobre. «Nel corso di un incontro istituzionale con gli esponenti dell'industria nazionale svoltosi a Villa Madama - si legge nella lettera - Berlusconi si sarebbe esplicitamente espresso sulle scelte di allocazione degli investimenti pubblicitari degli stessi: 'Mi chiedo - avrebbe detto il premier - come fate ad accettare che la Rai, che vive anche grazie alla vostra pubblicitą, inserisca i vostri spot dentro programmi dove si diffondono solo panico e sfiducia'. Rivolgendosi ad alcuni dirigenti del settore pubblicitario avrebbe inoltre raccomandato: 'Dovreste chiedere un incontro alla Rai. Dovreste chiedere se č mai possibile che le aziende investano in pubblicitą senza veder mai diffusi messaggi positivi'. Queste dichiarazioni - scrive ancora Zanda - configurano con ogni evidenza un'esplicita e diretta pressione del Presidente del Consiglio sui principali esponenti dell'industria nazionale, volta a scoraggiare gli investimenti pubblicitari nelle reti televisive pubbliche, con l'ovvia conseguenza di dirottare di fatto gli stessi sulle reti televisive facenti capo alla sua famiglia».
«Tali pressioni - continua Zanda - hanno trovato ulteriore manifestazione nelle dichiarazioni rese da Berlusconi in merito al pagamento del canone Rai nel corso del medesimo incontro con gli industriali: 'Come dar torto - avrebbe affermato Berlusconi - a quanti si lamentano della tv pubblica e non vorrebbero pił pagare il canone? Queste ultime dichiarazioni, oltre ad accreditare la sussistenza e il radicamento del conflitto d'interessi del premier in relazione agli ovvi vantaggi patrimoniali che deriverebbero al Gruppo Mediaset dalla crisi finanziaria che colpirebbe la Rai a seguito del mancato pagamento del canone, appaiono inoltre volte ad indurre i contribuenti all'evasione fiscale, alimentando presso gli stessi un'erronea interpretazione della natura del 'canone Rai'».