12 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
Solidarietà per Roberto Saviano con l’iniziativa «Mille Voci»

Un nastro bianco per ognuna delle 720 vittime di mafia

Legambiente alla Casa della Memoria con un’installazione d’arte permanente

720 nastri bianchi, uno per ogni vittima di mafia, nel groviglio di una ragnatela di fili di ferro posti in una stanza devastata dal disordine per simboleggiare la violenza inaudita della criminalità organizzata. Questa l’istallazione espositiva di Sandro Polci con cui Legambiente partecipa oggi all’iniziativa di solidarietà «Mille Voci» dedicata a Roberto Saviano in corso fino alle 20 alla Casa della Memoria. Una giornata indetta dalle Associazioni e la Biblioteca della Casa della memoria e della storia di Roma, in cui i cittadini si alterneranno nel leggere una pagina del libro «Gomorra» su cui potranno lasciare il proprio nome come simbolo di coraggio e di impegno civile.

Nel pomeriggio anche il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza sarà presente alla manifestazione. «Con questa performance – ha dichiarato Cogliati Dezza – Legambiente vuole richiamare alla memoria i nomi delle 720 vittime, morte per mafia, i cui nomi troppo spesso sono caduti nell’oblio della dimenticanza. Dopo tanti anni di dignità violata, inerzia, opportunismi e collusioni d’ogni risma consumati dalla mafia sulla pelle dei cittadini e dell’ambiente, è necessario ancora proseguire nel testimoniare il proprio impegno civico contro la criminalità organizzata, vera e propria minaccia allo sviluppo del Paese e della convivenza civile. Il sostegno e la presenza dei cittadini oggi in questo luogo costituisce, quindi, la migliore testimonianza di una comune presa di coscienza collettiva, ma anche la base di partenza per una rivendicazione popolare dei diritti umani fondamentali».

«Anche in aree del Paese non a tradizionale presenza mafiosa la criminalità organizzata agisce e si fa sentire – ha aggiunto Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, presente questa mattina all’iniziativa – . Proprio in questi giorni nel Lazio sta avendo inizio il primo processo ambientale per traffico di rifiuti tossici a Viterbo, un’ennesima testimonianza della presenza anche in questa regione di un vero e proprio sistema eco-criminale, estremamente flessibile e diversificato, al quale è necessario contrapporne uno legale ed eco-sostenibile. Per questo rilanciamo, ancora una volta in questa occasione, la necessità di introdurre i delitti contro l’ambiente nel nostro Codice penale, per punire in maniera congrua chi avvelena l’aria che respiriamo, inquina l’acqua, saccheggia il territorio, minaccia la nostra salute, penalizza le imprese pulite. Esistono già proposte di legge ampiamente condivise e un quadro di riferimento comunitario sostanzialmente definito. Servono la volontà politica e il tempo per farlo, due condizioni che ci auguriamo siano soddisfatte in questa legislatura».

L’installazione artistica di Legambiente rimarrà esposta nel corso dell’intera giornata alla Casa della Memoria e della storia, a Roma in via San Francesco di Sales, 5.