26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Riforma della scuola

Ridimensionamento scolastico: la Regione Marche ricorre alla Consulta

Spacca: “tagli inaccettabili al diritto all’educazione”. Ascoli: “No a logiche ragionieristiche”

La Regione Marche non accetta il previsto ridimensionamento scolastico del 2009 imposto dal Governo nazionale e ricorre alla Consulta. È disposta a farsi commissariare, pur di non applicare la norma. La decisione è stata assunta oggi dalla Giunta regionale, su proposta del presidente Gian Mario Spacca e dell’assessore all’Istruzione, Ugo Ascoli.

Le Marche ricorreranno alla Corte costituzionale contro l’articolo 3 del decreto legge 154 del 7 ottobre 2008. La norma prevede che le Regioni predispongano i piani di ridimensionamento entro il 30 novembre; quelle inadempienti verranno commissariate. Molti Comuni rischiano di chiudere le piccole scuole con meno di 50 allievi, altre istituzioni scolastiche di perdere la loro autonomia per essere accorpate a scuole con più alunni.

Secondo il presidente Spacca, «si tratta di tagli inaccettabili che penalizzano pesantemente uno dei diritti fondamentali dei cittadini, quello all’educazione. È anche un vero colpo di mano contro l’autonomia regionale, cui la Costituzione affida l’organizzazione scolastica. Un provvedimento arrogante, assunto, tra l’altro, proprio mentre si avvia il federalismo fiscale che coinvolgerà pure la scuola. Quella del governo nazionale, pertanto, è una scelta illegittima e illogica, che tenta di imporre soluzioni senza alcun raccordo con le Regioni e gli enti locali, che ne chiedono giustamente il ritiro. Noi, comunque, non daremo corso alle disposizioni, anche se il governo arriva a minacciare il commissariamento».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Ascoli: «Non ci facciamo impressionare da atti intimidatori, perché la questione investe equilibri delicati nei territori, che coinvolgono modelli di convivenza e reti sociali, che non possono essere affrontati solo con logiche ragionieristiche. L’educazione è il cuore di ogni comunità locale, va salvaguardata e non penalizzata sulla base delle esigenze di bilancio».