19 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Dopo la scuola tocca all'Università

Università pronte a stop delle lezioni contro il piano Gelmini

Le parole del ministro: «Non sarà più possibile spendere le risorse a pioggia, ma occorre valutare i singoli progetti, la qualità della ricerca»

Dopo la scuola tocca all'Università: farà sicuramente discutere l'annuncio fatto dal ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, che ha detto di voler presentare nei prossimi giorni un cronoprogramma delle priorità da attuare per risollevare le sorti dell'università. E, per 'mettere le mani avanti', da alcune settimane molti atenei sono in subbuglio, minacciando di boicottare anche il regolare avvio del nuovo anno accademico per protestare contro le novità contenute all'interno della legge 133 del 6 agosto 2008.

Le parole del ministro, «non sarà più possibile spendere le risorse a pioggia, ma occorre valutare i singoli progetti, la qualità della ricerca: presenterò un cronoprogramma delle priorità, quattro o cinque cose con dei tempi precisi», daranno sicuramente un'ulteriore spinta alle contestazioni: con ogni probabilità il ministro è infatti intenzionato a presentare almeno una parte del piano attuativo degli articoli di legge, che vertono principalmente su due-tre punti. Innanzitutto il taglio del 20% in 5 anni del 'Fondo di finanziamento ordinario' e la contemporanea opportunità - contenuta sempre nella legge 133 - per gli atenei di trasformarsi in fondazioni di diritto privato: una possibilità che secondo diversi atenei e le associazioni sindacali dei docenti diventerebbe quasi un obbligo per non rischiare la chiusura.

Le proteste si concentrano poi sul quasi totale blocco del turn-over del personale docente: solo per il 20% dei pensionamenti verranno infatti assunti nuovi docenti o ricercatori. Il resto non verrà coperto con nuovo personale. Un'operazione che, sempre secondo gli oppositori agli articoli legge 133, si tradurrà in una sorta 'ingessamento' del sistema accademico nazionale. Contro queste novità, da qualche giorno i docenti di alcune università stanno attivando delle iniziative di protesta: una delle più rilevanti è sicuramente quella realizzata dal professor Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla 'Sapienza' di Roma, che attraverso internet sta realizzando una raccolta di firme tra i rettori e i colleghi docenti attraverso cui chiedere la revisione della legge. In tal modo lo storico intende denunciare «il profondo disagio e la protesta - si legge nell'appello - che sale dalle Università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede, bloccando l'apertura del prossimo anno accademico in tutto il Paese».

Fonte: Apcom