In Campania è guerra civile, ma il Governo si spacca
Pinotti: «Le divergenze alimentano la criminalità»
La strage di Castelvolturno è stato un vero è proprio «atto di terrorismo». Con queste parole il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha definito l’agguato avvenuto nel casertano la scorsa settimana. Nel corso della sua informativa al Senato, Maroni, ha sottolineato come sia in corso una «guerra civile che la camorra ha dichiarato allo Stato cui lo Stato deve rispondere con fermezza, riappropriandosi del territorio».
Parole condivisibili, che il leader del Partito Democratico, Walter Veltroni, ripete da molti mesi. Maroni nel suo discorso continua presentando le misure adottate dal Consiglio dei Ministri, e cioè quella d’inviare 500 militari per contrastare la criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina. Misura che per il Pd non è sufficiente per contrastare l’emergenza, come già avevano dichiarato Roberta Pinotti e Marco Minniti.
Posizione confermata anche dal senatore Lumia che concorda con Maroni nel definire «una guerra quella in corso nel casertano, ma proprio perché è una guerra, le risposte del governo non sembrano appropriate fino in fondo». Lumia si domanda con quali « strumenti si pensa di vincere questa guerra, se alle forze dell’ordine il governo ha tolto stabilmente le risorse finanziarie necessarie anche per vincere solo una battaglia? Se non si torna indietro sulle scelte politiche fondamentali le roboanti promesse di questi giorni saranno solo fumo negli occhi».
Intanto per l’ennesima volta le opinioni dei ministri del Governo Berlusconi non sono concordi. Infatti, mentre Maroni presentava, giustamente, scenari inquietanti, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa minimizzava, riducendo quella che è un vero e proprio attacco allo Stato, a una «guerra tra bande». Il ministro, infatti, sostiene che l’attacco sia «diretto ad altre forme di criminalità per cercare di realizzare una sorta di monopolio della criminalità sul territorio e, quindi, credo che il vecchio termine di guerra tra bande sia adatta anche a questa fase».
Roberta Pinotti interviene nella questione sostenendo come sia «grave che il governo non riesca ad avere una sola voce e che due ministri arrivino a smentirsi tra di loro. E' proprio di balbettamenti come questi - continua l'esponente del PD - dell’incapacità della politica di parlare con una voce sola, che la criminalità organizzata si nutre».
Maroni ha comunque lanciato un appello al Parlamento per «studiare, assieme al governo, le iniziative necessarie per la riduzione dei benefici carcerari a tutti coloro che sono accusati di reati di mafia», appello che trova il favore del PD. Anna Finocchiaro si dice «d’accordo con la questione che riguarda la non applicabilità degli arresti domiciliari ai mafiosi. Diciamo poi – continua - al governo: dobbiamo assumerci come forze politiche la responsabilità di non lasciare ombre residue su nessuno di noi».