7 settembre 2025
Aggiornato 00:00
Il cammino verso un federalismo costituzionale

Federalismo, Loiero: «trovare sinergie con autonomie locali»

«Purtroppo non ho visto nell’ultima bozza del ministro Calderoli quei cambiamenti sui quali si era pur detto favorevole»

«Il cammino verso un federalismo costituzionale, che unisca e non divida, non è né semplice né agevole. Ci vuole il concorso del Nord e del Sud, ci vuole unità d’intenti a tutti i livelli, dal governo centrale, alle Regioni, agli Enti locali grandi e piccoli che costruiscono la rete di base della nostra democrazia».

Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, conversando con i giornalisti i quali gli sollecitavano un giudizio sulle ultime mosse del ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli e una riflessione sul prossimo incontro a Roma che l’ufficio di presidenza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di cui fa parte assieme a Errani (Emilia-Romagna), Formigoni (Lombardia) e Jorio (Molise) avrà con lo stesso ministro. «Dopo il viaggio di Calderoli in Calabria – afferma Loiero – ritenevo che si potesse procedere con più linearità sulla base di un testo condiviso. Purtroppo non ho visto nell’ultima bozza del ministro quei cambiamenti sui quali si era pur detto favorevole. Sarà stato il poco tempo. Mi auguro vederli nel testo che dovrebbe portare al prossimo incontro romano se c’è veramente una reale volontà di fare assieme, di arrivare a una sintesi. Altrimenti la vedo molto dura, per il Mezzogiorno e per il Paese».

«In questo senso – aggiunge Loiero – ho trovato estremamente interessante la riflessione di Antonio Acri, presidente della IV Commissione Assetto ed utilizzazione del territorio-Ambiente del Consiglio regionale della Calabria, il quale ha sollecitato sinergie istituzionali, sottolineando il contributo che gli enti locali, province e comuni soprattutto, possono offrire nella costruzione di un federalismo che consenta al Sud di riprendere il passo, azzerare i propri deficit di sviluppo e contribuire al rilancio del Pil nazionale oggi in affanno proprio per i mancati investimenti nel Mezzogiorno. L’Italia, ripeto spesso, non è stata un Paese di autonomie, ma intende diventarlo. E chi meglio delle autonomie locali può mettere a disposizione quel bagaglio di conoscenze in grado di aiutare il Paese a crescere con il nuovo assetto istituzionale?».