26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Faccia a faccia sui giovani tra Picierno e Meloni

Giovani e politica, una scommessa da vincere

Una politica per i giovani è importante o si riduce a degli slogan? I giovani si impegnano in politica solo per tornaconto personale?

ROMA - Una politica per i giovani è importante o si riduce a degli slogan? I giovani si impegnano in politica solo per tornaconto personale?
È iniziato con due domande provocatorie di Pierluigi Diaco il faccia a faccia tra Pina Picierno, ministro ombra delle politiche giovanili e Giorgia Meloni, ministro della gioventù. Partita difendendo la scelta di cambiar nome al suo ministero: «Non credo nelle politiche giovanili ma in politiche rivolte al bene della nazione». Una scelta bocciata dalla Picierno: parlare dei giovani significa parlare delle grandi questioni di questo paese: diritto allo studio, oggi negato; diritto alla casa che non sia un buco in periferia. Diritto al lavoro. È lo stesso motivo per cui lanciamo un’organizzazione giovanile proprio in questi giorni: sarà uno strumento per intercettare speranze, arrabbiature, esperienze bellissime. Non capite che investire sulla conoscenza è l’unica possibilità di farcela per questo paese».

Interessante l’analisi di Antonio Campo Dell’orto direttore di MTV: «I ragazzi hanno voglia di partecipare ma diffidenza verso la politica. L’11 settembre ha lasciato un segno anche emotivo. È una generazione timorosa, pragmatica perché non diamo spazio agli ideali nel nostro tempo. Sono figli della società attuale. O diamo modelli di conoscenza, trasparenza, o non cambierà nulla. La nostra società è poco equilibrata e dà un solo modello: quello che dal successo porta al potere per poi ottenere vantaggi personali». «Serve promuovere il merito, promuovere pari opportunità e diritti, mentre oggi una giovane madre deve lasciare il lavoro per crescere suo figlio, mentre il governo cancella le leggi che impediscono le dimissioni in bianco –denuncia Pina Picierno – perché gli studenti del sud si spostano al nord? Perché li hanno più possibilità di ricevere una borsa di studio e un alloggio».
Incalzate da Diaco e dal massmediologo Klaus Davi sul ruolo della politica che sfrutta i giovani senza premiarli le due avversarie si sono trovate su posizioni simili. Per la Meloni l’impegno in politica deve essere volontario, senza secondi fini e lo stesso vale per la Picierno: «Non si può stipendiare chi si impegna, non ci sarebbe passione».

Un dibattito serrato che per Dall’Orto non troverebbe mai spazio in tv: «La tv è immagine, portare la parola è difficile perchè la nostra società è impreparata. La complessità è difficile da spiegare senza populismo. Se non abbiamo strumenti critici si finisce per dare alla società quello che vuole oggi, senza pensare alle conseguenze sul domani». Un no al populismo fatto proprio dal ministro ombra: «Attenzione a non soffiare sul fuoco della paura mettiamo meno ideologia nella vita reale. Per i giovani immigrati prevediamo il diritto di voto ed il servizio civile, così si fa l’integrazione concreta. C’è una generazione straordinaria in questo paese, tanto generosa. Ma l’Italia non si ricorda mai di ringraziarli».

Ma. Lau.