2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Riforme

Vincere la maratona. Non i 100 metri

Confronto o scontro? Ne parlano Soro e Vito alla Festa PD

Incalzati dai giornalisti Natalia Augias (Tg1) e Claudio Rizza (Il Messaggero), il capogruppo del PD alla Camera, Antonello Soro, e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, hanno dato vita ad un acceso dibattito dal titolo «Confronto o scontro» presso la sala grande La Pira della Festa Democratica.

Difronte alla domanda se la crisi economica e il problema del carovita sia la priorità del governo Berlusconi, Vito ha evidenziato come l'esecutivo con la nuova finanziaria aiuta effettivamente le famiglie. Il «limite italiano» è l'assenza della liberalizzazione dei servizi. Attraverso la differenziazione delle fonti energetiche (progetto nucleare), il ricambio delle forniture energetiche e del gas e le misure sulla durata dei libri di testo scolastici per ammortizzare il prezzo, il governo ha dato un segnale concreto in favore delle famiglie.

Ma davanti alla provocazione dei giornalisti che hanno fatto notare come il governo sia ancora inadempiente per quanto riguarda il problema dei salari e dei redditi troppo bassi degli italiani, il ministro ha dichiarato di non essere d'accordo con questa chiave di lettura dell'attività del governo. «L'abolizione dell'Ici, già avviata dal governo Prodi, ha dato immediato giovamento alle famiglie, così come la rinegoziazione dei mutui voluta da Tremonti».
Non è rimasto soddisfatto Soro delle risposte date da Vito: «trovo scontate le risposte date dal ministro. La cattiva congiuntura finanziaria del paese, l'aumento dell'inflazione e il ciclo di ristagno dell'economia sono elementi comuni a tutto il mondo non solo all'Italia. Ma governo non ha messo in essere nessuna misura per correggere la situazione. Senza demagogia, non parlo di risolvere tutti i problemi in due mesi ma di affrontarli sì! L'Ici è stata abolita per 40% degli italiani già dal governo Prodi. Questo governo ha persone molto brave a comunicare. Molto più bravi dei precedenti governi. Attraenti e simpatici. Ma i conti di bilancio sono cose diverse. Le risorse c'erano quando il governo Berlusconi ha cominciato ma non sono stati utilizzati bene. Un esempio chiaro è l'Alitalia la cui cattiva gestione ha favorito solo il profitto di imprenditori privati a discapito delle leggi internazionali sul libero mercato e sull'antitrust. Sono stati bruciati 1,5 miliardi di euro. Sono stati tagliati 8 miliardi di euro per la Scuola e questo non si controbilancia con l'affermazione che i libri di testo dureranno qualche anno in più».
«E' necessario investire sulle famiglie favorendo la ripartenza dei consumi. La manovra di luglio non investe nulla sui consumi delle famiglie».

Per Vito questi dati allarmati non rappresentano la verità. «Il tesoretto/extragettito non c'era quando abbiamo cominciato il nuovo governo» ha affermato il ministro tra i fischi della platea. «Ciononostante – ha sottolineato - abbiamo fatto manovre per i ceti bassi e per le famiglie. Le cifre sull'Alitalia sono inventate. L'alternativa voluta dalla sinistra era la perdita della compagnia di bandiera e di tutti i suoi 20000 dipendenti. La perdita della faccia a livello internazionale che avrebbe avuto ripercussioni anche sui mercati finanziari (...) Se Brunetta che va avanti senza i sindacati? I sindacati sono necessari ma non possono imporre solo dei diktat. Bisogna continuare con il dialogo ed io sono fiducioso.
Piccata la replica di Soro: «noi non vogliamo nessun fallimento dell'Alitalia ma vogliamo che sia detta la verità. Solo quattro mesi fa la compagnia poteva fallire. Ma allora c'era anche la concreta possibilità di un operazione moderna e internazionale che avrebbe portato soldi allo stato con meno licenziamenti di quanti sono previsti oggi con l'attuale gestione. La risposta era AirFrance.
Ora ci viene proposta una piccola compagnia che tra 5 anni potrebbe essere costretta a vendere a AirFrance senza utili e dove i profitti saranno solo per la cordata di imprenditori che ricaveranno plusvalore».

D'Alema durante la sua recente intervista durante la festa democratica troncava la querelle «dialogo sì, dialogo no» con un perentorio «il dialogo va visto nei fatti concreti» come la pensano Vito e Soro? C'è il rischio che la maggioranza voglia di imporre i suoi numeri a colpi di «fiducia»?
«Io credo molto nel confronto – ha dichiarato Vito - anche se non è detto che questo porti ad un appiattimento del dialogo ma al riconoscimento del contributo che l'opposizione può dare. Ma è chiaro che deve essere reciproco».
Ad esempio il tabù da abbattere nella riforma della giustizia è «il fare» la riforma ossia attuarla davvero. «Un secondo tabù da abbattere è che la Costituzione non possa essere toccata e modificata, come dichiara la Finocchiaro, laddove è necessario. La distinzione delle funzioni è un aggiustamento non è la riforma».
In difesa della collega capogruppo al Senato, Soro ha ribadito che «la Costituzione si può correggere ma si possono mettere le mani sopra solo se siamo d'accordo tutti e su elementi che non mettano in gioco le fondamenta della giustizia stessa ossia l'autonomia della magistratura. Il dialogo non significa inciucio, il dialogo è il sale della democrazia. Il problema della giustizia va visto dalla parte dei cittadini. La prescrizione e l'insabbiamento non possono più essere la regola. I termini processuali devo essere chiari e veloci. Il cambiamento non deve essere nell'interesse dei magistrati ma nell'interesse dei cittadini. Dobbiamo mettere in discussione le certezze del passato: rendere efficiente il sistema significa dare giustizia agli italiani. Ci sono molte condizioni per fare la riforma nei prossimi mesi. Ad esempio, esiste una convergenza con la maggioranza a pensare ala riorganizzazione dei tribunali e alla depenalizzazione di alcuni reati».
«Abbiamo perso le elezioni ma dobbiamo, comunque, rispettare chi ha votato contro noi. Dobbiamo far conoscere le nostre proposte e misurarci con il governo. Non si può fare una politica di urli. Il nostro tono non è moscio ma normale perché vogliamo argomentare come persone normali. La settimana prossima non c'è la rivincita elettorale. C'è un ciclo politico e noi ci candidiamo a vincere le prossime elezioni. Noi vogliamo vincere la maratona e non i 100 metri. Il PD ha bisogno di radicarsi e di allargare il proprio gruppo dirigente senza ripristinare alcuna gerontocrazia. Fino a portare nuove generazioni alla sua guida».

Anche per Vito il Pdl il processo di avvicinamento alla gente comune è in atto. L'idea delle primarie? «Anche tra 5 anni le vincerebbe Berlusconi. Il suo consenso continua a crescere».

L'ultima domanda posta dalla coppia Augias-Rizza di un eventuale ricerca di «bipartitismo anche alle europee» ha visto entrambi i politici sulla stessa linea. É necessaria una riforma elettorale. Ma scendendo nel dettagli Soro ha chiarito come «nessuno di noi ha nostalgia del vecchio sistema dei partitini allo 0,1%. La legge proporzionale deve essere misurata ed equilibrata. Il termine del prossimo dicembre per la riforma essere un buon banco di prova. Il finanziamento però va garantito anche ai partiti che hanno una minima rappresentanza. Il finanziamento pubblico è l'ossigeno che l'attuale legge elettorale per le politiche nazionali ha tolto insieme alla rappresentanza in parlamento. Ma le leggi elettorali non si fanno a colpi di maggioranza».

A.Dra