19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Calderoli: «nuova filosofia nel mondo dell'istruzione»

Impulso leghista per la scuola che verrà

La senatrice Aderenti esulta invece per il ritorno del maestro unico

C'è molto di leghista nel decreto legge sulla scuola approvato oggi dal Consiglio dei ministri e che prevede, fra le altre cose, la reintroduzione dei voti per tutte le materie, il ritorno al maestro unico e le novità per tenere a freno il costo dei libri di testo. Ad affermarlo è Roberto Calderoli, che non esista a parlare di «nuova filosofia» nel mondo dell'istruzione e di «fine del '68 e di tutti i guai che si è portato dietro in questo ambito».

Alle parole del ministro per la semplificazione normativa fanno eco quelle di diversi parlamentari molto impegnati su questo fronte, come l'onorevole Paola Goisis, la senatrice Irene Aderenti e il senatore Mario Pittoni. La deputata veneta si dice «pienamente d'accordo con quanto disposto oggi dal Cdm in materia di condotta nelle scuole. Bene il 7, ma non il 5 per la bocciatura. Per quanto mi riguarda con il 7 bisogna rimandare gli alunni in tutte le materie e con il 6 bocciarli». L'on. Goisis ricorda, inoltre, che il fenomeno del bullismo «e' venuto fuori appunto negli ultimi anni quando era stato tolto il voto in condotta. Ecco perché il voto per la bocciatura deve essere il 6 e non il 5 che sembra una debolezza, quasi aver timore di prendere decisioni».

«Obiettivo della nostra azione politica - spiega Pittoni a proposito del «caro libri» - non sono gli editori, che fanno il loro mestiere e, se possono, piazzano il loro prodotto, spesso per altro valido. Compito nostro è salvaguardare il reddito delle famiglie, eroso da spese oggi insostenibili per molti genitori. Non è, per esempio, accettabile che si debba sostituire un libro di scuola magari solo perché è stato modificato il numero delle pagine.»

La senatrice Aderenti, esulta invece per il ritorno del maestro unico: «Finalmente! lo dico non solo da senatrice ma anche a nome di molti colleghi della scuola primaria che negli ultimi tempi si sono resi conto di quanto il modulo 3 insegnanti su 2 classi abbia in realtà secondarizzato la scuola primaria togliendole la prerogativa di insegnare utilizzando il metodo dell' unitarietà dell'apprendimento quale strategia più consona al periodo psicologico più delicato, quello dai 6 ai 10 anni». Per l'esponenti leghisti a palazzo Madama, infatti, nel periodo dello sviluppo evolutivo dai 6 ai 10 anni «i bambini hanno un modo di apprendimento unico, non settoriale o a compartimenti stagni come prevedeva lo sviluppo della didattica dei moduli. Naturalmente dal punto di vista economico si tratta di una ottima scelta da parte del governo, del resto condivisa anche da Bossi, in quanto sicuramente porterà ad un enorme risparmio non intaccando sui posti di lavoro».