19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Botta e risposta tra Chiti e Formigoni a Firenze

Le riforme si fanno insieme

Federalismo, giustizia, legge elettorale. Le riforme istituzionali tengono banco alla festa democratica del PD a Firenze

Federalismo, giustizia, legge elettorale. Le riforme istituzionali tengono banco alla festa democratica del PD a Firenze. Anche il dibattito tra Vannino Chiti, ex ministro per le Riforme nel Governo Prodi e ora vicepresidente dei senatori PD, e Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia e vice presidente nazionale di Forza Italia, ha ruotato intorno alle riforme, quelle utili per il bene del Paese. Concordano i due esponenti di opposizione e maggioranza che le riforme si fanno insieme, naturalmente se c’è un accordo di base da cui far partire il dialogo.

La «conditio sine qua non» per cominciare a riformare l’Italia è che naturalmente «la maggioranza abbia la volontà politica» per iniziare a farlo. Il primo banco di prova su cui tornare a confrontarsi potrebbe essere il federalismo fiscale, anzi Chiti annuncia che il PD è pronto a votare il testo approvato dalla Regioni « se il governo presenta il documento approvato dai presidenti delle regioni». E’ d’accordo Formigoni che «il federalismo si deve fare, ormai è 15 anni che ne parla. E' un'idea condivisa da molti settori politici, chiesta con insistenza dai presidenti delle Regioni e da molti sindaci. Noi del centrodestra vogliamo farlo in dialogo con l'opposizione, con tutte le componenti sociali».

«Abbiamo un'idea - ha proseguito Formigoni - l'abbiamo trascritta in un primo impianto di legge. Mi auguro che ora si trovi un accordo su una riforma che può veramente avviare il paese sulla strada della modernità». Formigoni ripete che la sua proposta «era il modello Lombardia: federalismo da subito impegnativo». Poi facendo riferimento alla bozza Calderoli, presentata alcuni giorni prima della chiusura dei lavori parlamentari dal ministro per la Semplificazione, Formigoni spiega che «va in salita anch’essa ma con una salita meno ripida e quindi dovrebbe essere più facile per tutti stare dentro. Io dico da presidente della Lombardia che l'importante è partire. Rinunciamo alla nostra proposta iniziale che non aveva nulla di scandaloso e accettiamo tempi più lunghi. L'importante è che si possa porre un freno allo spreco di risorse che in tante regioni e in tanti enti locali viene fatto».

Il federalismo con tutta sicurezza sarà uno dei temi caldi dei prossimi lavori parlamentari, come lo stesso presidente del consiglio Berlusconi ha più volte ricordato nel corso di questa estate, e con molta probabilità sarà l’avvio appunto al dibattito sulle riforme che poi tirerà in ballo anche la giustizia e la legge elettorale. Per quanto riguarda la giustizia, osserva il vice presidente dei senatori PD «occorrerebbe una mozione parlamentare che dia la cornice, poi si potrà discutere nelle commissioni di Camera e Senato, o in una commissione Attali, che abbia un indirizzo dato dal Parlamento e che al Parlamento ritorni». Mentre per la nuova legge elettorale per le Europee serve una soglia di sbarramento del 3%: «Noi riteniamo che la soglia di sbarramento al 3% sia giusta, non esistono esigenze, oggi, di stabilire una soglia per la governabilità. Poi, non si deve togliere la preferenza, perché questo significherebbe indebolire il rapporto fra Europa e cittadini, che invece va rafforzato».

La riforma della giustizia come qualsiasi altra riforma è realizzabile solo se maggioranza e opposizione lavorano insieme, se c è questa volontà.
Insomma lavorare per costruire l’intesa, anche perché, tiene a precisare Chiti, il PD vuole che «le riforme si facciano». Però, ammette l’esponente PD, in questo momento «nel centrodestra c'è un po' di confusione e di divisione dei ruoli, che non serve alle riforme: alla Lega il federalismo, An cura la sicurezza, Fi la giustizia. Non funziona così, le riforme servono all'Italia e, se si vogliono fare, occorre un incontro politico-parlamentare per avere un quadro d'insieme».

AdO