2 ottobre 2025
Aggiornato 17:00
Orissa teatro di pazzia

Ondata anticattolica in India

Fondamentalisti danno fuoco a chiese e un orfanotrofio

Follia omicida e guerre di religione riesplodono in India. A Khuntapali, a circa 400 chilometri a ovest di Bhubaneshwar, capitale dello stato di Orissa, fondamentalisti indù hanno bruciato vivi cinque cristiani, sequestrato alcuni religiosi e dato alle fiamme un orfanotrofio gestito da missionari.
Questa assurda violenza è scaturita dopo l'assassinio, sabato notte, dell'anziano leader fondamentalista della rivolta contro i cattolici e di cinque suoi adepti. I fondamentalisti accusano i cristiani di essere i responsabili della morte dell'artefice della rivolta religiosa e si dichiarano feroci oppositori contro l'impegno sociale dei cattolici verso i tribali e i fuori casta sinonimo, a loro dire, di una chiara opera di proselitismo da parte dei vescovi e sacerdoti cristiani.

Rajnie Majihie è il nome della suora laica morta a poco più di 20 anni per salvare i bambini dell'orfanotrofio. Gli altri cristiani sono morti nelle loro abitazioni asfissiati e carbonizzati tra le fiamme appiccate dalle migliaia di tribù che seminavano il terrore nei centri sociali al grido di «uccidete i cristiani». Ancora non quantificato il numero delle persone rimaste ferite.

Il caos generale si sta propagando anche a livello istituzionale: il governo locale, accusato dall'opposizione di incapacità di gestione dell'ordine pubblico, ha imposto il coprifuoco a tempo indeterminato, chiuso le scuole e gli uffici pubblici e si prepara a pattugliare le strade con personale paramilitare.

«Una notizia terribile che scuote l'animo di tutto il paese», ha commentato Walter Veltroni. «Un atto barbaro che va condannato con fermezza e decisione», ha aggiunto il segretario del PD che «ogni deriva fondamentalista, da qualunque parte essa venga, va respinta con forza».

Netta anche la posizione del quotidiano della Conferenza episcopale «Avvenire»: «Il raid di morte contro la comunità cristiana nello stato dell'Orissa riaccende i riflettori sulle gravi violazioni della libertà religiosa. Di fronte agli orrori di persone bruciate vive a causa della loro fede la comunità internazionale deve far sentire forte la sua voce».

A.Dra