Alto Adige: apre la caccia alle marmotte
Decisa anche quest'anno dalla Provincia di Bolzano la caccia di selezione a 2.000 marmotte. Il WWF non ci sta
Dal primo settembre, anche quest’anno, in Alto Adige si apre la stagione dell’abbattimento delle marmotte, oltre 40 mila secondo il recente censimento della Provincia di Bolzano. Nel resto d’Italia la marmotta è una specie protetta, come sancisce una legge del 1992.
Le autorità venatorie locali, però, hanno rinnovato il decreto, con il quale si ordina la «selezione» di quasi duemila di questi piccoli roditori. Giorgio Carmignola, uno dei responsabili dell’Ufficio caccia altoatesino, dichiara: «Non si tratta di una vera e propria caccia, ma di una selezione resa necessaria dal fatto che le marmotte, scavando nei prati, creano danni ai pascoli la cui erba è necessaria per gli armenti delle mucche».
Una leggenda metropolitana dice che la loro aggressività sia dovuta anche al troppo ravvicinato contatto con l’uomo: nutrite a pezzi di pane e biscottini, le marmotte avrebbero smesso da tempo di fare il loro mestiere di roditori, e avrebbero di conseguenza incisivi lunghi e dannosi.
«Questo non è dimostrato – dice Roberto Maistri, responsabile del Wwf per la provincia di Bolzano -, mentre è vero che tra qualche giorno sparare alle marmotte non sarà reato, il che fa dell'Alto Adige un posto davvero unico. È così da anni, le nostre proteste e i nostri ricorsi ci servono solo per la soddisfazione morale: quando il Tar ci dà ragione, gli animali sono già da mesi morti e imbalsamati, a fare da soprammobile nei salotti dei cacciatori...».
Non va dimenticata anche la questione degli stambecchi.
In provincia di Bolzano erano estinti, ma negli anni Ottanta c’è stato un ripopolamento.
«Li hanno fatti arrivare da Valle d’Aosta e Piemonte. Dovrebbero essere circa duemila, ma sono 7-800, perché ogni anno fanno una deroga ad una legge europea e ne fanno abbattere 80» conclude Maistri.