18 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Caccia

Donazzan: «E’ ora di approvare l’istituto Veneto per la fauna selvatica»

«L’INFS non è più in grado di ricoprire il proprio ruolo, va chiuso e al suo posto devono essere favoriti istituti scientifici che non si occupino di politica ma di approfondimento tecnico e scientifico»

In occasione dell'approvazione da parte della giunta regionale del provvedimento relativo alle autorizzazioni per la gestione, nella prossima stagione venatoria, degli impianti di cattura, l’assessore alla caccia Elena Donazzan torna sul tema dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. «L’INFS – sostiene l’assessore - non è più in grado di ricoprire il proprio ruolo, va chiuso e al suo posto devono essere favoriti istituti scientifici che non si occupino di politica ma di approfondimento tecnico e scientifico».

«Il Consiglio regionale veneto - prosegue – ormai da qualche anno ha in calendario il progetto di legge di cui sono prima firmataria, in qualità di consigliere regionale, e che è la condizione necessaria per poter gestire correttamente, con dati aggiornati e con un approccio serio il tema della gestione del patrimonio faunistico–venatorio». La Legge quadro nazionale dispone che l’attività di cattura di uccelli da richiamo per la caccia da appostamento possa essere svolta esclusivamente da impianti della cui autorizzazione siano titolari le Province. Le Regioni emanano norme relative alla costituzione e gestione del patrimonio di richiami vivi appartenenti alle specie ammesse, consentendo ad ogni cacciatore che eserciti l’attività venatoria da appostamento fisso la detenzione di un numero massimo di dieci unità per ogni specie, fino ad un massimo complessivo di quaranta unità.

«Da tempo - sottolinea Donazzan - si è purtroppo avuto modo di constatare come l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica fatichi sempre di più ad adempiere ai compiti affidatigli dalla legge, con conseguente gravissimo disagio a carico di Regione e Province. Inoltre, così come denunciato dalla Provincia di Vicenza - che più di ogni altra amministrazione si è impegnata in questi anni nel censire i richiami detenuti dai cacciatori al fine di attivare un sistema gestionale in grado di fornire all’INFS tutta una serie di dati conoscitivi ritenuti indispensabili - da tempo l’INFS non procede più all’abilitazione di nuovo personale idoneo agli impianti di cattura».

Con il provvedimento regionale approvato, si provvede quindi ad autorizzare le Province alla gestione degli impianti di cattura per la stagione 2008/2009 ed alla formalizzazione di indirizzi alle amministrazioni provinciali per il superamento del problema relativo alla disponibilità di nuovi operatori per il funzionamento degli impianti di cattura. Infine, le Province dovranno valutare l’ipotesi di realizzare «in proprio» corsi di formazione con percorsi formativi analoghi a quelli già giudicati idonei dall’INFS medesimo, con sessioni d’esame sostenute davanti ad una commissione «provinciale» a cui partecipi un rappresentante designato dall’INFS, con valutazione di idoneità condizionata all’unanimità del giudizio positivo finale.