I ricercatori d'oro del Made in Italy (innovativo)
Lo storytelling e la comunicazione rappresentano una strategia molto importante per le imprese che, spesso, non sono coscienti delle notizie a loro disposizione

TORINO - «Ci definiamo dei ricercatori d’oro del Made in Italy. Del resto il nostro tessuto imprenditoriale è costituto dal 95% di PMI che hanno storie straordinarie e che vanno raccontate. Le storie dei Big le sanno tutti, da molto tempo». Marco Ferrero e la sua agenzia di comunicazione fanno storytelling per le piccole aziende, quelle lontane dai grandi traffici economici, quelle di cui non parla nessuno. Nel 2014 la sua agenzia si è specializzata nella comunicazione delle PMI innovative e nel Fintech «Oggi siamo la prima e anche l’unica agenzia di pubbliche relazioni sul mercato italiano con una specializzazione così netta. Forse siamo l’unica anche in Europa».
Un lavoro che nasce dalla passione, quella di scrivere e di comunicare. Lavoro che Marco già faceva per le grandi aziende, a Milano, ma che ha poi deciso di trasferire sulle piccole, mettendosi in proprio. «Quando ho cominciato applicavo lo stesso modello di business che avevo imparato per le Corporate - racconta Marco -. Ma, col tempo, ho capito che non era indicato per le PMI. Così ho cominciato a cambiare la tipologia di contratti. Le piccole aziende non hanno budget per permettersi strategie di lungo periodo e hanno paura di investire soldi e non ottenere risultati». Così Marco ha cominciato a chiedere ai suoi clienti cosa non andava del suo lavoro e a trarre le fila. «Ho annullato i contratti annuali facendo solo più contratti mensili. Non ho mai perso un cliente, in questo modo. Te lo posso assicurare. Sono tornati tutti!», scherza ancora Marco.
I clienti, inoltre, pagano solo se soddisfatti dei risultati ottenuti, oltre ad avere una consulenza e una reportistica a regola d’arte. Attraverso uno studio iniziale estremamente approfondito dell'azienda e un sistema di reportistica mensile che aggiorna periodicamente il cliente sullo stato dei lavori in corso e sui lavori realizzati, la Ferrero Comunicazione si muove in «un'autonomia vigilata» che libera il cliente dalla necessità di un controllo continuo, ma che gli permette di essere costantemente aggiornato sullo stato dei lavori avendo la possibilità, in ogni momento, di segnalare qualsiasi problema.
Marco poi ha deciso di specializzarsi sulle PMI innovative e sul Fintech, dove «fino a un paio di anni fa c’era tantissima confusione. Ora le cose vanno un po’ meglio, ma si tratta pur sempre di una materia complessa, difficile da comunicare. Ecco, noi ci consideriamo ‘interpreti dei tecnici’». Ciò, che molto spesso, tiene lontana la massa dal conoscere queste nuove aziende e opportunità sono, infatti, proprio i tecnicismi ad esse legati. Nella maggior parte dei casi, le PMI non sono coscienti delle notizie che hanno a disposizione per farsi conoscere in un modo più ‘mainstream’. Eppure, la possibilità di essere veicolati tramite i media, è un'opportunità - oggi - ancora molto importante per le PMI.
«Ulixe è un gruppo strepitoso fondato nel 2001 da Francesco Scrufari e Simone Offredo che si occupa di ICT - racconta Marco -. Quando li abbiamo conosciuti ci hanno parlato del loro core business: gestionali per le imprese di diversi settori (automotive in primis). Loro non avevano mai fatto attività di ufficio stampa ed erano interessati a far parlare un po' di Ulixe. Solo dopo un'ora di colloquio è emerso che, oltre al loro core business, avevano anche una sede in Silicon Valley ed avevano sviluppato diversi progetti interessantissimi: avevano realizzato un'app di foto editing, Lumyer, che applicava effetti speciali alle foto degli utenti e che aveva numeri strepitosi per un'app italiana (a novembre 2016, 10 milioni di utenti); avevano lanciato un'app per i comics digitali (unico attore non statunitense del mercato dei comics digitali), Visionbooks, capace di animare e di applicare effetti 3d in modo contestuale alle tavole dei fumetti, che faceva concorrenza a Madefire di Amazon. Inoltre avevano una storia bellissima di successo alle spalle (partiti a 23 e 24 anni in un magazzino, senza parenti importanti alle spalle erano riusciti a sbarcare in America e a conquistare il mercato statunitense restando fisicamente a Torino senza l'iniziale aiuto finanziario delle banche che, anzi, avevano predetto - sbagliando - un esito disastroso della loro avventura)».
Per Marco, l’ufficio stampa è un metodo di lavoro, un modo per aiutare anche le piccole imprese a emergere in un oceano di agguerriti competitor. Soprattutto in un contesto sempre più digitale. Soprattutto in Italia, dove il talento c’è e va stanato. Del resto, passare al vaglio di una redazione affidabile, permette alle imprese di essere più credibili e, perché no?, di guadagnarsi una piccola fetta di mercato. O molto più.
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