18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
impresa

Perché una trasformazione digitale di successo passa (prima) dalle persone

Uno degli errori più grandi che un’azienda può commettere è quello di considerare la trasformazione digitale come un progetto IT

Perché una trasformazione digitale di successo passa (prima) dalle persone
Perché una trasformazione digitale di successo passa (prima) dalle persone Foto: Shutterstock

MILANO - L’era digitale ha innescato un cambiamento del mercato. Oggi, molti dei principali player tradizionali stanno assistendo a un’erosione delle loro quote di mercato a opera di startup innovative più agili o di competitor che hanno già perpetrato la propria trasformazione digitale. Trovare la propria Stella Polare. Uno degli errori più grandi che un’azienda può commettere è quello di considerare la trasformazione digitale come un progetto IT. Non è possibile pensare, infatti, che questo processo abbia degli effetti solo su una parte del business. Per questo motivo, uno dei primi step consiste proprio nell’identificare la propria visione guida, con l’obiettivo ultimo di una trasformazione nell’azienda desiderata.

Questa visione nasce dal CEO, viene accolta dall’intero dipartimento degli executive e condivisa con tutti i membri all’interno di un’organizzazione. Una condivisione capace di coinvolgere ed entusiasmare, che parta dalla piena consapevolezza che la nuova strategia porterà maggior valore, consentirà di soddisfare meglio i clienti e offrirà un ambiente di lavoro ottimale. Il fatto di identificare una visione precisa serve quindi ad assegnare le rispettive priorità in virtù dei diversi dipartimenti aziendali che devono essere trasformati e digitalizzati. Un elemento importante nell’assegnare le priorità è il focus nei confronti di tutte quelle iniziative di business che generano un ritorno degli investimenti nel breve/medio termine, quale valida giustificazione dei piani di investimento nei confronti del board e degli azionisti.   

Trasformare il proprio business tradizionale non è semplice ma il ritmo dei cambiamenti attuali implica una capacità operatività durante la trasformazione stessa. Non è pensabile interrompere le attività aziendali per dedicarsi alla trasformazione. «Perché una trasformazione possa considerarsi di successo, ognuno all’interno dell’organizzazione deve trasformarsi personalmente, inclusa la dirigenza - ci spiega Jason Goodall, Group Chief Executive Officer di Dimension Data -. Questo comporta un cambio di mentalità e di approccio nei confronti dei clienti, della propria azienda e del mercato, perché il pericolo più grosso deriva dall’errata convinzione di poter continuare a operare come in passato ed aver successo in futuro».

Inoltre, bisogna sapere riconoscere i propri limiti in termini di competenze atte ad affrontare questa trasformazione. Il mondo digitale è caratterizzato da nuove tecnologie che potrebbero non essere così familiari e per le quali diventa necessario cambiare o estendere le proprie competenze.

Ma la trasformazione avviene solo se anche i dipendenti si trasformano e, di conseguenza, bisogna accompagnare le proprie persone durante questo percorso: seguire un cambiamento nel processo di gestione, formazione e comunicazione con i propri dipendenti. Questo perché non si tratta semplicemente di implementare uno strumento, ma di una trasformazione che coinvolge i processi di base, la struttura e i comportamenti e di una continua e costante consapevolezza delle motivazioni che spingono l’azienda verso una specifica direzione.

E’ importante anche che ciascuno all’interno dell’organizzazione senta di avere un ruolo determinante e in grado di fare la differenza per la trasformazione in atto. «Credo che per continuare ad essere rilevanti e competitivi nei prossimi cinque anni, la trasformazione digitale non sia più una scelta facoltativa - conclude Jason Goodall -. Per questo il mio consiglio per le aziende consolidate è quello di iniziare questo processo con la logica che la trasformazione è necessaria e non esiste un piano B».