29 marzo 2024
Aggiornato 06:30
biomedicale

Andrea, il ricercatore che trasforma lo smartphone in un medico

D-Eye ha vinto i 300mila euro previsti dal Premio Gaetano Marzotto. La premiazione si è svolta ieri a Roma

PADOVA - Pensate di poter utilizzare lo smartphone per effettuare uno screening preciso e dettagliato dell'occhio umano. L'invenzione si chiama D-EYE, è stata sviluppata a Padova e si è aggiudicata i 300mila euro previsti dal Premio Gaetano Marzotto, la prestigiosa competition ispirata al grande imprenditore del Novecento, un riconoscimento tra i più importanti del panorama italiano.

Attiva nel settore biomedica, D-Eye ha creato un sistema capace di trasformare lo smartphone in un dispositivo medico, rivoluzionando lo screening diagnostico e migliorando l’efficienza degli esami. In parole povere si tratta di una cover per smartphone che trasforma il telefonino in uno strumento preciso, efficace e super rapido per 'leggere' l'occhio e diagnosticare eventuali difetti della retina. In modo semplice e comodo anche nei bambini, e con la possibilità di condividere i risultati via email per un confronto 'social' fra specialisti.

La rivoluzione Made in Italy è capitanata da Andrea Russo, oculista della Clinica oftalmologica dell'università di Brescia, che con la sua idea sta rivoluzionando il modo di fare diagnosi oculistiche in Italia e all'estero. Quello del Premio Gaetano Marzotto, però, non è il primo riconoscimento vinto dalla startup che ha avuto il merito di essere premiata anche dall’American Academy of Ophthalmology e dalla Società oftalmologica italiana.

Alle funzionalità della cover è possibile accedere tramite specifica app che viene installata sul telefonino. La cover è in alluminio e costa poco meno di 400 euro. Funziona grazie a minuscoli magneti ai quali viene fissato un piccolo dispositivo ottico che rende l'illuminazione dello smartphone coassiale con la telecamera. In questo modo il medico può vedere direttamente all’interno dell’occhio, individuando eventualmente patologie come cataratta congenita o retinoblastoma. Inoltre, la capacità di messa a fuoco dello smartphone permette di compensare l'eventuale difetto visivo del paziente.

Come ha affermato di recente l’inventore Andrea Russo il vantaggio è che chiunque di noi ha uno smartphone in tasca. Lo svantaggio, chiaramente, è determinato dal fatto che i modelli di smartphone cambiamo periodicamente e ogni volta è quindi realizzare una cover sartoriale per ciascuna nuova tipologia di smartphone. L’obiettivo, dunque, è quello di realizzare un D-Eye universale, una cover che possa adattarsi a qualsiasi tipo di smartphone.