Startup, come fare pubblicità sui social network
Come cambia la pubblicità delle aziende con l'avvento dei social netowrk. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Davide Palermo, social media advertising specialist di Socializers, agenzia di comunicazione specializzata nella comunicazione sui Social Media, per capire quali sono le strategie per fare pubblicità

BIELLA - I nuovi media, social network in prima posizione, hanno sicuramente cambiato il modo di concepire la pubblicità e lo hanno fatto in modo radicale. Se pochi anni fa le aziende puntavano sui quotidiani cartacei e, chi poteva, sulle reti televisive, oggi i social network rappresentano un’ottimo spazio dove vendere i propri prodotti/servizi e quindi farne pubblicità. Un maggiore pubblico potenziale, tuttavia, significa anche doversi scontrare con tanti modi di pensare diversi, cosa che va gestita nel modo giusto. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Davide Palermo, social media advertising specialisti di Socializers, agenzia di comunicazione specializzata nella comunicazione sui Social Media, per capire quali sono le strategie per fare pubblicità corretta sui social.
Che tipo di attività vengono richieste dalle aziende?
Sono diverse le tipologie di attività richieste: dalla brand awareness (per chi ha necessità di dare particolare risalto alla visibilità del proprio marchio), alla vendita tramite la proposta di servizi / prodotti con l’utilizzo dei social network, alla raccolta di commenti e pareri ossia al customer care giornaliero per poter rimanere costantemente connessi con la propria clientela attuale e potenziale. Chi si improvvisa non può avere successo e non lo dico perché è quello che faccio nella mia vita lavorativa, ma ci sono dei tuttofare, «One Man Band», che provano e si cimentano, ma che non potranno raggiungere mai l'apice dei risultati e danneggiano chi fa questo di professione e sé stessi. Fare campagne pubblicitarie al giorno d'oggi richiede costanza e creatività: costanza nelle ricerche di mercato e nelle scelte che ne derivano e poi una creatività sia grafica che testuale per andare a intercettare gli umori e i modi di essere delle singole persone. Il mondo del digital management e del digital advertising è, nel panorama lavorativo, uno dei più sfaccettati e frammentati a livello di competenze necessarie perché per fare bene ci si deve concentrare su un singolo frammento: uno per tutti e tutti per uno.
Differenza rispetto alla pubblicità di Google? La differenza tra le diverse piattaforme?
A livello di piattaforme ci sono diverse variabili da considerare:
- se utilizzo Google AdWords acquisto come brand principalmente visibilità legata a parole chiave specifiche per il motore di ricerca, mentre le campagne di advertising sui social network si basano per natura stessa del medium sul passaparola generato dall’audience che si intende coinvolgere
- Twitter Ads funziona molto a livello di comunicazione diretta B2B e al tempo stesso sfrutta la gamification come metodo di pubblicità: creo un contenuto speciale, riservato, che spinge l'utente a compiere un'azione (tweet, retweet, visita al sito, uso di un hashtag) in cambio del contenuto promesso
- Linkedin Ads: una piattaforma al momento in costante sviluppo, ideale per captare, principalmente con scopo lavorativo, persone interessate a contenuti professionali
- infine Facebook Ads e Instagram Ads: il primo è probabilmente ad oggi il più grande mezzo di comunicazione online che permette di rivolgersi ad un pubblico targettizzato su più livelli (genere, età, interessi, posizione geografica, relazioni amicali e sentimentali, comportamenti) mentre il secondo deve alla sua acquisizione da parte di Facebook per circa 750 milioni di dollari la possibilità di mostrare annunci al vasto (e più giovane) pubblico del social fotografico per eccellenza.
Differenze rispetto a pubblicità offline?
La comunicazione si sta spostando sempre di più online per diverse ragioni. Secondo Nielsen nel 2015 rispetto al 2014 il Web Advertising ha segnato una crescita dell’8,5%, mentre quotidiani e periodici un drastico calo del -6,6% e -4,1% rispettivamente. Uno dei motivi è che, come si accennava prima, la comunicazione online ci permette di targettizzare in maniera più che dettagliata il proprio pubblico; la pubblicità su un quotidiano, in TV o su un cartellone lungo la statale da chi è visto? In quali orari? Che tipo di profilo hanno queste persone? Ci si può connettere in maniera costante con esse? C’è insomma una bella differenza, l’investimento perciò è molto più «tracciato» e permette di ricevere quindi ampie statistiche.
Alcune case histories
Un caso pratico: devo promuovere il mio nuovo ristorante in centro a Torino che ha una promo pranzo dedicata agli studenti. Un cartellone 6x3 di fronte alla stazione può essere visto da uomini e donne, di qualunque età e con svariati interessi differenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Che in alcuni casi può essere positivo. Se invece decido di creare un evento Facebook e dei post dedicati posso ad es. decidere di mostrare i miei annunci solo a ore pasti, a studenti compresi tra i 15 e i 30 anni con interessi legati al cibo e al mangiare fuori. L’investimento è quindi molto più concentrato sull’audience realmente interessata, oltre a poter da qua partire a costituire una vera e propria community in maniera continuativa. Un’altra Case History da considerare, per parlare di Real Time Marketing (reso possibile proprio dai social media) è la recente scelta di Air Norwegian sul tema "Brad is Single" e la conseguente risposta di Alitalia.
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