In Malawi droni per combattere l'Hiv
I droni potrebbero ridurre drasticamente i tempi d'attesa dei risultati dei test del sangue che, per chi vive nelle zone rurali, sono spesso tempi lunghissimi a causa delle difficoltà dei collegamenti e delle strade disastrate
ROMA - Droni per aiutare a combattere l'Hiv. In Malawi, paese dell'Africa in cui c'è un'altissima diffusione del virus dell'Aids, circa il 10% della popolazione, l'Unicef ha lanciato un progetto che potrebbe avere un ruolo determinante soprattutto per curare i bambini.
I droni potrebbero ridurre drasticamente i tempi d'attesa dei risultati dei test del sangue che, per chi vive nelle zone rurali, sono spesso tempi lunghissimi a causa delle difficoltà dei collegamenti e delle strade disastrate. Possono passare anche due mesi tra la raccolta dei campioni, il loro arrivo nei laborati attrezzati e la ricezione del risultato. Ma con l'ausilio della tecnologia si potrebbero abbreviare i tempi per l'inizio delle giuste terapie. Soprattutto per i bambini, per non parlare dei neonati, le tempistiche d'intervento sono fondamentali.
"I neonati che risultano positivi all'Hiv devono essere curati subito - spiega Angela Travis, portavoce dell'Unicef in Malawi - la maggior parte di loro muore prima di aver compiuto due anni se non riceve i trattamenti adeguati. Quindi con l'aiuto della tecnologia stiamo cercando di accorciare i tempi tra i test e i risultati".
L'Unicef ha supportato il progetto in collaborazione con il ministero della Salute. I droni possono trasportare anche più di 200 test in una sola volta. Il primo volo di test è stato già effettuato su un percorso di 10 km e ora si punta a estendere il progetto.
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