7 giugno 2023
Aggiornato 13:30
Startup

Uno smartphone che riconosce volti e oggetti: è la nuova frontiera di Google

Attraverrso l'applicazione del «deep leasing» all'hardware sarà lo stesso smartphone a essere in grado di riconoscere volti e oggetti. Nel progetto Google collabora con la startup Movidius

NEW YORK - Potrà riconoscere il volto di chi lo utilizza oppure gli oggetti che si accinge a fotografare. L’intelligenza artificiale fa passi da gigante e in futuro saranno proprio gli smartphone a prestarsi all’ambita frontiera del riconoscimento visivo: l’obiettivo è quello di integrare la nuova tecnologia direttamente all’interno dell’hardware.

Il riconoscimento visivo
A sfidare la frontiera del riconoscimento facciale è Google che sta lavorando con la startup Movidius, specializzata in chip, per integrare la tecnologia di riconoscimento di immagini - volti compresi - direttamente nei telefoni, a livello di «hardware» e non di software. In particolare Movidius traslerà nei futuri dispositivi Google il «deep leasing», ossia l’apprendimento delle macchine possibile grazie a tecnologia di intelligenza artificiale che simulano il cervello umano. Così Google consentirà ai dispositivi mobili di svolgere «internamente» il tipo di elaborazione - molto complessa - richiesta dal riconoscimento delle immagini, piuttosto che basarsi su data center remoti. In questo modo, integrando la tecnologia all’hardware, gli smartphone potrebbero identificare oggetti in tempo reale anche senza internet con utilizzi che possono andare dall’autorizzazione di transazioni economiche all’aiuto a persone non vedenti. Non è la prima volta che Google e Movidius lavorano insieme, anzi. E’ grazie alla loro partnership che è nato il cosiddetto Tango Project, grazie al quale, utilizzando un insieme di telecamere e sensori, i dispositivi possono creare mappe tridimensionali di spazi interni. Pensate, a esempio, alle camere di un’abitazione, di un ufficio, di una discoteca, di un qualsivoglia locale o bar quando si è fuori con gli amici.

MovidiusI progetti simili
La tecnologia di riconoscimento facciale è sfruttata anche da Facebook ma difficilmente debutterà in Italia e in Europa, data l’attuale posizione dei garanti della privacy. Qualcosa di simile esiste già per il sistema operativo Android, non a livello di smartphone ma di applicazioni. Pensate, a esempio, a Google Foto il quale già riconosce le persone e gli oggetti che trovano in un’immagine, associando in automatico i tag. Oppure al caso del più grande sito e-commerce del globo, l’amatissimo Amazon, che permette di cercare prodotti nel catalogo inquadrando con la fotocamera quello desiderato. La novità, nel caso di Google e Movidius, sta appunto nell’hardware e non nell’applicazione.