26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
INQUINAMENTO

A depurare l'acqua ci pensano le arance, scoperto polimero che cattura il mercurio

La sostanza potrebbe essere utilizzata come rivestimento per tubi o filtri idrici, con l’obiettivo ultimo di rimuovere il mercurio presente nell’acqua e nel suolo

ADELAIDE - Bucce d’arancia per depurare l’acqua in modo sostenibile e senza spendere troppi solidini. Ed ecco che gli «scarti», anziché finire nella pattumiera, potrebbero rivelarsi dei veri e propri depuratori fai-da-te. La scoperta arriva da uno studio portato a termine dai ricercatori dell’Università Finder di Adelaide, in Australia, e che potrebbe, pertanto, aprire nuove prospettive sull’utilizzo dell’acqua. La ricerca è stata pubblicata sulla Angewandte Chemie International Edition, una rivista in campo chimico tra le più autorevoli.

Bucce d'arancia per depurare l'acqua
Secondo lo studio le bucce d’arancia sarebbero in grado di depurare il liquido più prezioso al mondo, oggetto di continue analisi e ricerche anche in campo sociale. Il processo di purificazione dell’acqua avviene grazie al limonene, una sostanza capace di assorbire le sostanze inquinanti dai liquidi. Quando questa sostanza è associata allo zolfo industriale - elemento derivante dalla lavorazione del petrolio - ecco che i risultati diventano davvero strabilianti. L’unione tra queste due sostanze dà origine al zolfo-limonene, un polimero non tossico e poco costoso che funge da collante con il mercurio impedendone quindi la diffusione in acqua e suolo. Limonene e zolfo sono, peraltro, due composti facilmente reperibili: gli impianti petroliferi producono, infatti, oltre 70 milioni di tonnellate di zolfo ogni anno, mentre i macchinari che trattano gli agrumi producono più di 50 milioni di tonnellate di limonene all'anno.

Come depurare l’acqua con lo zolfo-limonene
Secondo i ricercatori il polimero zolfo-limonene sarebbe in grado di purificare le risorse idriche di oceani e acquedotti. Ma come? La sostanza potrebbe essere utilizzata come rivestimento per tubi o filtri idrici, con l’obiettivo ultimo di rimuovere il mercurio presente nell’acqua. Per operazioni su larga scala - mari e oceani - potrebbero essere progettati dei cosiddetti «letti di polimero»