India, 600 vittime per i monsoni
Molti cadaveri sono stati ripescati dai soccorritori nelle acque dei fiumi, in particolare del Gange, mentre circa 3.600 persone, per lo più turisti e pellegrini, sono sempre isolati o considerati dispersi nello stato dell'Uttarakhand, sulle pendici della catena himalayana
DEHRADUN - Le squadre di soccorso sono impegnate in una lotta contro il tempo per riuscire a salvare decine di migliaia di persone rimaste isolate nel nord dell'India a causa di enormi frane e inondazioni dovute alle piogge monsoniche e costate la vita già a 600 persone.
Molti cadaveri sono stati ripescati dai soccorritori nelle acque dei fiumi, in particolare del Gange, mentre circa 3.600 persone, per lo più turisti e pellegrini, sono sempre isolati o considerati dispersi nello stato dell'Uttarakhand, sulle pendici della catena himalayana.
I fiumi in piena hanno portato via case, palazzi e villaggi interi, distrutto ponti e strade che portavano in quota verso i luoghi di pellegrinaggio, in questo stato ricco di templi indu.
Decine di elicotteri e migliaia di soldati sono stati dispiegati per le operazioni di salvataggio, a circa una settimana dall'inizio delle piogge torrenziali, arrivate con quasi due settimane di anticipo.
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