29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Fisica

Cern: fallito primo tentativo collisione particelle

Esperimento potrebbe durare giorni

GINEVRA - E' fallito il primo tentativo di collisione di particelle ad altissima energia, esperimento in corso presso il Large Hadron Collider, l'acceleratore di particelle del Cern di Ginevra che ha stabilito il novo record mondiale per macchine di questo tipo mettendo in circolo due fasci di protoni con un'energia pari a 3,5 TeV.

Si tratta di un livello tre volte superiore a quello mai ottenuto fino ad oggi: maggiore l'energia di cui sono dotati i protoni, maggiore la massa delle particelle che trasmettono le varie forze di natura che la loro collisione è in grado di rivelare. Ma, come spiegano fonti dell'Apcom, il sistema di protezione dell'Lhc - per cause dovute probabilmente a disturbi della rete elettrica o a un fenomeno di accoppiamento circuitale - ha interrotto i due fasci protonici, che dovranno ora essere reimmessi nella macchina; per ottenere la collisione potrebbero essere comunque necessari anche dei giorni.

Il Large Hadron Collider (Lhc) è il più grande acceleratore di particelle mai costruito: formato da un circuito di 27 chilometri di lunghezza posto a cento metri di profondità alla frontiera franco-svizzera, era stato inaugurato con successo il 10 settembre 2008 per poi essere spento appena 36 ore dopo a causa di un guasto dovuto a un collegamento elettrico difettoso fra due dei magneti superconduttori della macchina. Nei successivi lavori di riparazione sono stati sistemati altri 53 magneti risultati difettosi, ed apportate diverse migliorie quali un rilevatore di livello di resistenza elettrica che permetterà di escludere l'alimentazione prima che un corto circuito possa danneggiare i componenti della macchina.

A regime gli urti fra particelle dovrebbero sviluppare un'energia pari a 14 TeV, un livello che dovrebbe avvicinarsi ulteriormente a quelli sperimentati nei primi istanti di vita dell'Universo. Obiettivo a lungo termine dei ricercatori è quello di verificare l'esistenza delle particelle supersimmetriche e delle dimensioni nascoste previste dalla teoria delle stringhe, oltre a comprendere meglio l'esatta natura della materia ed energia «oscure» che costituiscono gran parte della massa dell'Universo; soprattutto, dovrebbe essere finalmente prodotto il «bosone di Higgs», l'ultima particella prevista dal modello standard della fisica quantistica ancora da scoprire.

Ribattezzata «particella di Dio», sarebbe all'origine della manifestazione della massa (e quindi, di riflesso, della gravità) e la conferma della sua esistenza potrebbe far compiere passi avanti nelle Teorie di Unificazione, verificate per le forze nucleari ed elettromagnetiche ma dalle quali la gravità rimane ancora esclusa.