20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Il polo di ricerca internazionale

Cnr: il campus di Monterotondo compie dieci anni

All’avanguardia negli studi sulle basi molecolari di patologie come il Parkison, le tossicodipendenze e le sindromi cardio-vascolari

ROMA - Compie dieci anni di attività il centro di ricerca internazionale del CNR ‘A. Buzzati Traverso’ di Monterotondo (Roma). Un decennio dedicato a studi d’eccellenza sui meccanismi molecolari delle malattie umane, realizzati grazie all’archivio dei modelli di topi mutanti Emma (European Mouse Mutant Archive), una delle strutture ospitate presso il campus insieme all’Unità di biologia del topo dell’European molecular biology baboratory (Embl), all’Unità di Ematologia molecolare dell’International centre for genetic engineering and biotechnology (Icgeb) e all’Istituto di biologia cellulare del Cnr (Ibc-Cnr).

Creato dal Cnr in collaborazione con Eni Spa e dedicato ad Adriano Buzzati Traverso, padre della biologia molecolare moderna in Italia, il centro di Monterotondo è stato coordinato sin dall’inizio dall’Ibc-Cnr, con la cooperazione di partners internazionali. «Il Campus racchiude conoscenze e mezzi di fondamentale importanza per l'intera comunità scientifica italiana, comunitaria e mondiale», dichiara Luciano Maiani, Presidente del Cnr. «Rappresenta un polo d’eccellenza che ha sempre puntato sulla dimensione internazionale della ricerca. L’interazione tra le varie componenti, da quella europea e Cnr ai laboratori dell'Eni sulla ricerca ambientale, è stata la ragione del successo della struttura, che l’Ente è intenzionato a potenziare nel prossimo futuro».

«Monterotondo ha dato un contributo cruciale per lo sviluppo e l’internazionalizzazione della ricerca italiana in bio-medicina e prevediamo anche per il futuro ottimi risultati scientifici e una sempre maggiore integrazione con i nostri partner internazionali», aggiunge Glauco Tocchini-Valentini, capo della commessa Emma-Attività internazionali del Campus presso l’Ibc-Cnr.

L’archivio di Emma è l’unica infrastruttura di questo tipo in Europa ed è stata realizzata dal Cnr nell’ambito dei Programmi Quadro Ue, come componente del progetto Infrafrontier dello European Strategy Forum on Research Infrastructures (Esfri). Emma ha già archiviato, mediante crio-conservazione, e distribuito a ricercatori in tutto il mondo, oltre 1600 diversi ceppi di topo, ognuno dei quali possiede mutazioni che producono un modello specifico di malattie umane.
«Il topo è uno dei principali organismi modello per la ricerca in bio-medicina, poiché oltre il 98% dei suoi geni, così come moltissimi dei suoi tratti patologici, sono simili a quelli umani», spiega Glauco Tocchini-Valentini. «Avvalendoci di questa somiglianza, nell’ultimo decennio abbiamo prodotto e caratterizzato molti nuovi ceppi mutanti di topo, modelli delle malattie di Parkinson, di disturbi mentali e comportamentali (depressione, ansietà, ecc.), di malattie cardio-vascolari, di leucemia, diabete e sclerosi multipla». Una delle ultime ricerche effettuate grazie ad Emma ha permesso ai ricercatori di individuare un nuovo modello di animale per lo studio in vivo degli effetti della dipendenza da droghe d’abuso.

«Assieme all’Ibc-Cnr e Icgeb, a Monterotondo abbiamo raccolto le esperienze, le infrastrutture e le tecnologie necessarie per la creazione di un centro d’eccellenza a livello mondiale in questo settore», conferma Nadia Rosenthal, capo dell’Unità di biologia del topo di Embl. Infine, conclude Francesco Baralle, direttore generale di Icgeb: «L’Archivio Emma e le strutture d’avanguardia per l’analisi dei ceppi mutanti sono stati e saranno sempre più importanti per lo sviluppo della rete scientifica di Icgeb».