19 aprile 2024
Aggiornato 04:30

CNR: Ecco le case di legno resistenti ai terremoti

Un prototipo testato in Giappone resiste a magnitudo 7.2 Richter

ROMA - Case di legno per evitare le tragedie provocate dai terremoti. Un prototipo italiano messo a punto da Ivalsa-Cnr insieme alla Provincia di Trento, e testato un anno fa in Giappone, chiamato Sofie (Sistema Costruttivo Fiemme), consentirebbe di resistere a scosse pari a 7.2 della scala Richter. La soluzione è data dall'uso di pannelli lamellari di legno massiccio di spessore variabile dai 5 ai 30 centimetri incollati a strati incrociati.

Data l'imprevedibilità delle scosse sismiche l'Istituto nazionale di ricerca sulla prevenzione disastri (Nied) di Miki, in Giappone, ha testato a fine 2007 una casa di legno di sette piani e 24 metri d'altezza, realizzata dall'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche (Ivalsa-Cnr) di San Michele all'Adige. La casa ha resistito alla forza del terremoto di Kobe, simulato, di magnitudo 7.2 Richter, che nel 1995 provocò in Giappone la morte di oltre seimila persone. Il test, dopo ricerche di 5 anni, ha consentito di individuare nella combinazione di materiali e connessioni la tecnica costruttiva ideale contro i sismi.

Si tratta di un sistema (detto anche X-Lam, cross laminated timber) ideato una decina d'anni fa in Germania ma sviluppato e perfezionato in Italia. La ricerca condotta da Ivalsa-Cnr, grazie a un progetto di ricerca finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, ha dimostrato «in modo definitivo - scrive il Cnr - l'assoluta affidabilità e sicurezza, oltre al valore aggiunto in termini di comfort abitativo, risparmio energetico e rispetto per l'ambiente, del legno come materiale per l'edilizia». Si tratta, secondo i ricercatori, di una «valida alternativa» ai metodi costruttivi tradizionali, in acciaio o muratura, e soprattutto un'alternativa economica, visto che «a parità di costi le prestazioni e i rendimenti sono migliori». Un altro test analogo fu effettuato nel dall'Ivalsa-Cnr nel luglio 2006, sempre in Giappone, su una casa di tre piani.

In quell'occasione ci fu una simulazione di incendio nella quale l'abitazione è riuscita a conservare intatte le sue proprietà meccaniche e inalterata la propria struttura portante dopo oltre un'ora di fuoco. Il primo esempio di applicazione della tecnologia Sofie a un edificio pubblico è in fase di realizzazione a Trento, con un collegio universitario di cinque piani che ospiterà circa 130 studenti.