28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Stop al recupero delle somme contestate

Internet: bloccata riscossione coattiva crediti H3G piano «Tre.dati abbonamento»

Avviata istruttoria per pratica commerciale scorretta dopo alcune segnalazioni per conti fino a 10mila euro

ROMA - L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 3 luglio 2008, ha disposto che H3G sospenda la riscossione coattiva dei crediti relativi al traffico internet contestato dagli utenti. La decisione è stata assunta nell’ambito dell’istruttoria avviata per verificare se l’operatore telefonico abbia messo in atto pratiche commerciali scorrette relativamente ai piani tariffari per la navigazione.

Secondo numerose denunce, gli utenti che avevano sottoscritto il piano tariffario «Tre.Dati Abbonamento» con l’«ADSM Modem USB», hanno ricevuto conti salatissimi, fino a quasi diecimila euro, senza che questi costi così ingenti fossero preventivabili in base alle condizioni d’offerta.

In particolare l’Autorità dovrà ora verificare se H3G:
• abbia informato adeguatamente il consumatore che, superata la soglia di 5 GB/mese, la tariffa a consumo comporta una spesa estremamente elevata, che aumenta ulteriormente quando la connessione avviene attraverso il roaming GPRS;
• abbia garantito la possibilità al consumatore di monitorare il superamento di quella soglia;
• abbia consentito di conteggiare e verificare il traffico dati extrasoglia. Secondo le prime informazioni acquisite il software offerto ai consumatori non garantisce che i bytes visualizzati durante la navigazione su Internet corrispondano ai bytes riportati ai fini della fatturazione;
• abbia informato adeguatamente il consumatore sulle zone non coperte dalla rete di H3G.

Per effetto del provvedimento dell’Autorità H3G deve sospendere, in via cautelativa, ogni attività diretta al recupero coattivo presso gli utenti delle somme relative al traffico dati effettuato oltre la soglia di 5 GB/mese e delle somme relative a traffico dati effettuato in roaming GPRS. La sospensione riguarda i consumi fatturati nel periodo 21 settembre 2007 – 31 maggio 2008 (per i mesi successivi l’azienda ha adottato correttivi che dovrebbero evitare il ripetersi del fenomeno), purché contestati dagli utenti attraverso reclami presentati alla stessa azienda o a pubbliche autorità.