Strage Egitto, Gentiloni a Tunisi: «Minaccia grave da combattere insieme, ma non solo con le armi»
Il premier Paolo a Gentiloni ha commentato da Tunisi il terribile attentato nella moschea del Sinai dove sono morte oltre 300 persone
TUNISI - «Siamo entrambi colpiti dalla strage terroristica nel nord del Sinai, abbiamo espresso la nostra vicinanza alle vittime, al governo e al popolo egiziano. Siamo consapevoli del fatto che questa orribile strage terroristica è uno dei segni del rischio che le forze terroristiche che hanno combattuto per Daesh, insieme a gruppi di Al-Qaeda e di altre forze jihadiste possano costituire una minaccia grave, per questo dobbiamo contrastarla insieme».
Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in una dichiarazione alla stampa al termine dell'incontro a Tunisi con il presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi. «Naturalmente - ha concluso Gentiloni - la risposta al terrorismo non può essere solo militare. Il successo dipende dalla forza delle nostre società e il successo di una società pluralistica come quella della Tunisia è esemplare per la regione intera».
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