Samsung, così l'erede del colosso sudcoreano viene incriminato per corruzione
L'erede dell'impero Samsung Lee Jae-yong avrebbe autorizzato un pagamento da 36 mln di dollari a favore di società vicine alla presidente Park Geun-Hye, finita sotto procedimento di impeachment, in cambio di favori
SEOUL - L'erede dell'impero Samsung Lee Jae-yong e altri quattro alti dirigenti del più grande produttore di smartphone al mondo sono stati incriminati in Corea del Sud per una serie di reati, tra cui corruzione, appropriazione indebita, occultamento di beni all'estero, frode e spergiuro. La Corte dopo il secondo interrogatorio ha accettato la richiesta di arresto del rampollo formulata della procura alla luce di una accusa penale e di nuove prove. I pubblici ministeri lo possono detenere fino ad un massimo di 20 giorni prima di incriminarlo formalmente.
Quei 36 mln di dollari sospetti
A capo dell'azienda da quando suo padre Lee Kun-hee ha subìto un attacco di cuore nel 2014, Lee secondo le accuse avrebbe autorizzato un pagamento da 36 milioni di dollari a favore di società riconducibili a Choi Soon-sil confidente della presidente Park Geun-Hye, finita sotto procedimento di impeachment, in cambio di favori per ottenere il sostegno del governo per una grande ristrutturazione di Samsung.
Choi Soon-sil, la "nuova Rasputin"
Choi Soon-sil, ribattezzata dalla stampa la nuova Rasputin, era stata arrestata per abuso di potere per il ruolo influente svolto negli affari di Stato, anche a fini personali, pur non avendo alcun titolo e incarico di governo.
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