Il terrorismo non è scomparso: si è spostato nell'Africa nera
Sono oltre 100 le persone, tra cui numerosi civili appartenenti in particolare alle comunità Fulani e Tuareg, rimaste uccise negli ultimi mesi
MENAKA (MALI) - Almeno 12 civili sono stati uccisi in un sospetto attacco jihadista nel Nord-Est del Mali, nei pressi del confine con il Niger. Lo hanno riferito oggi le autorità locali e gruppi armati Tuareg. Sono oltre 100 le persone, tra cui numerosi civili appartenenti in particolare alle comunità Fulani e Tuareg, rimaste uccise negli ultimi mesi in questa regione, dove sono attivi gruppi jihadisti che hanno giurato fedeltà allo Stato islamico contrastati da due gruppi a maggioranza Tuareg, Gatia e Msa, insieme alla missione francese Barkhane e all’esercito maliano.
12 civili uccisi
Ieri, «banditi armati legati a gruppi criminali che operano al confine tra Mali e Niger hanno attaccato la località di Injagalane», a ovest di Menaka, si legge in un comunicato congiunto del Movimento per la salvezza dell’Awazad (Msa) e del Gruppo di autodifesa Tuareg Imghad e alleati (Gatia), in cui si parla di 12 civili uccisi. L’attacco è stato confermato da un funzionario del governatorato di Menaka, secondo cui i morti sarebbero almeno 14.
Elezioni il 29 luglio
Il Mali andrà alle urne il prossimo 29 luglio per eleggere il nuovo presidente. Molti auspicano che il voto possa mettere fine a sei anni di instabilità e di violenza jihadista, innescati dalla rivolta del 2012 nel Nord del Paese da parte dei Tuareg, allora alleati ai jihadisti, che spinse la Francia a lanciare l’operazione Barkhane. Il presidente uscente, Ibrahima Boubacar Keita, al potere dal 2013, si è candidato per un nuovo mandato di cinque anni. Il principale avversario al voto di fine mese è il leader dell’opposizione Soumaila Cisse.
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