26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Immigrazione

L'Ungheria mette Soros fuorilegge: ora aiutare i migranti è reato penale

Approvata la legge 'Stop-Soros'. E a sud di Berlino nasce l'asse anti-Merkel tra Austria e Baviera. Con la 'benedizione' di Matteo Salvini

ROMA - Su una cosa Matteo Salvini ha ragione: «L'Europa sta cambiando». La battuta, pronunciata nella conferenza stampa al Viminale dopo l'incontro con il vicepremier austriaco Heinz-Christian Strache e il ministro dell'Interno Herbert Kickl, racconta perfettamente quello che sta accadendo 'a sud di Berlino'. In queste ore infatti il parlamento ungherese ha adottato un pacchetto di leggi battezzato 'Stop-Soros', che rende passibile di procedimenti penali l'aiuto ai migranti attuato dagli «organizzatori di immigrazione illegale», in sostanza le Ong. Un'iniziativa molto controversa voluta dal primo ministro nazionalconservatore, Viktor Orban. Promesso dal leader prima della sua agevole rielezione per un terzo mandato consecutivo ad aprile, il nuovo pacchetto di leggi - che prende di mira «gli organizzatori dell'immigrazione illegale», ma chiunque aiuti i migranti irregolari diventa perseguibile - è stato adottato con 160 voti favorevoli e 18 contrari.

L'Ungheria mette le Ong fuorilegge
Questo nuovo 'giro di vite' giuridico prevede in particolare fino a un anno di reclusione per chiunque presti assistenza a una persona entrata illegalmente in Ungheria in un Paese non appartenente allo spazio Schengen, a patto che la vita della persona in questione non fosse immediatamente in pericolo. L'adozione del pacchetto legislativo è stato preceduto da un emendamento alla Costituzione che stabilisce che nessuna autorità può mettere a rischio «la composizione della popolazione» ungherese, una disposizione destinata a rendere incostituzionale l'imposizione di quote di migranti da parte dell'Unione Europea. Il nome del pacchetto di leggi allude al miliardario americano - di origine ungherese - George Soros. Orban, che si presenta come il baluardo dela difesa dell'Occidente, accusa il magnate di orchestrare a vantaggio delle sue ong una «immigrazione di massa» verso l'Ue, circostanza che il filantropo ha smentito.

A sud di Berlino l'asse anti-Merkel tra Austria e Baviera
L'incontro era programmato già da tempo, ma nell'attuale contesto politico ha assunto una valenza particolare: il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, alla guida di un'alleanza di governo con l'estrema destra ha incontrato nella città austriaca di Linz il governatore bavarese Mrkus Soeder, esponente dei cristiano-sociali tedeschi, il partito del ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer. I due, entrambi fautori di una politica molto rigida in materia di asilo e respingimenti, hanno evocato l'ipotesi di una «catastrofe» se l'Europa non dovesse riuscire a fermare i flussi migratori. Per questo si sono detti pronti a mettere in atto soluzioni «nazionali», perché solo in questo modo potrà essere garantita la libertà di circolazione in Europa. Spalleggiando i conservatori bavaresi nella loro diatriba con Angela Merkel, Kurz ha attaccato, neppure troppo velatamente la cancelliera tedesca, affermando che coloro che hanno aperto i confini nel 2005 «sono responsabili del fatto che adesso vi siano dei controlli alle frontiere tra Austria e Germania, Austria e Ungheria, Austria e Italia».

Ue verso il semestre di presidenza austriaca
Vienna assumerà la presidenza dell'Ue nel secondo semestre di quest'anno e Kurz intende fare delle migrazioni il tema centrale della sua presidenza. Domani Kurz andrà a Budapest, per partecipare a un incontro dei leader dei Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca) tutti fautori di una politica di chiusura dei confini europei ai migranti. Oggi il ministro degli Interni austriaco Herbert Kickl, esponente del partito di estrema destra Fpoe, ha incontrato a Roma il vicepremier e ministro degli Interni italiano, Matteo Salvini. Con lui anche il leader del Fpoe e vicecancelliere, Heinz-Christian Strache.