28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Scioperi in Francia

Francia, martedì nero dei treni: sciopero di massa contro la riforma di Macron

Ma governo insiste: andremo avanti, "con concertazione e dialogo"

Pellegrini a Lourdes in autobus per lo sciopero delle ferrovie in Francia.
Pellegrini a Lourdes in autobus per lo sciopero delle ferrovie in Francia. Foto: ANSA

PARIGI - Treni fermi, traffico ferroviario in tilt e caos «eccezionale» sulle strade, specie nell'Ile-de-France, la regione di Parigi. E' un martedì nero per i trasporti ferroviari in Francia, dove questa mattina è iniziato lo sciopero contro il progetto di riforma della Sncf. Secondo i dati comunicati dai ferrovieri, nella prima parte della mattinata hanno effettuato il servizio solo un TGV su otto e un treno regionale su cinque. Il traffico è «molto disturbato», ha precisato la direzione della Sncf, in questo primo giorno di uno sciopero a lungo termine.

Sciopero di 36 giorni
Lo sciopero di 36 giorni avrà luogo fino al prossimo 28 giugno, con un ritmo di due giorni a settimana. I quattro sindacati di settore (CGT, Unsa, SUD, CFDT) si oppongono al progetto di riforma ferroviaria, che «mira a distruggere il servizio pubblico ferroviario con un dogmatismo ideologico puro», alla fine dei contratti speciali dei ferrovieri, lanciata dal presidente Emmanuel Macron, nonché all'apertura alla concorrenza, alla trasformazione della Sncf in una società per azioni, all'inizio di una futura privatizzazione per i sindacati.

Ma niente marcia indietro
Da parte sua, l'esecutivo ha ribadito questa mattina che non intende tornare indietro. «Il governo terrà duro», ha detto al ministra dei Trasporti Elisabeth Borne, a RMC e BFMTV. Il ministro ha spiegato che incontrerà i sindacati sull'apertura alla concorrenza, sul debito e sul quadro sociale ma - ha precisato - la riforma andrà «in porto, "nella concertazione e nel dialogo».

Perché la protesta
A scatenare la protesta, l'eliminazione delle assunzioni a statuto speciale per i ferrovieri (la riforma dello statuto dei ferrovieri viene periodicamente rimessa sul tavolo e aveva già portato agli scioperi del 1995 che paralizzarono il Paese per settimane), contro le modalità di apertura del settore alla concorrenza e contro la trasformazione della Sncf in società anonima (cosa che i sindacati temono possa aprire la strada a una futura privatizzazione, anche se il governo nega). Il progetto di riforma, sostengono i sindacati, «mira a distruggere il servizio pubblico ferroviario con un puro dogmatismo ideologico» e «non regolamenterà la questione del debito (che per SNCF Réseau alla fine del 2017 ammontava a 46,6 miliardi di euro) né quella dei malfunzionamenti». (fonte afp)