19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Amministrazione Trump

Usa, al Congresso parla l'intelligence sui presunti legami Trump-Russia

Occhi puntati (ancora) sui presunti legami tra Donald Trump e la Russia. Oggi al Congresso riferiscono i capi dell'intelligence sulla questione

Il presidente Usa Donald Trump.
Il presidente Usa Donald Trump. Foto: Shutterstock

WASHINGTON - Ancora occhi puntati sui presunti legami tra Donald Trump e Russia. I direttori dell'FBI e della NSA riferiscono oggi al Congresso Usa sul bollente dossier e sulle accuse esplosive di intercettazioni ai suoi danni da parte del predecessore Barack Obama. Il direttore del Federal Bureau of Investigation James Comey e il numero uno della National Security Agency Mike Rogers parleranno pubblicamente per la prima volta delle due questioni che hanno monopolizzato l'attenzione del pubblico americano per settimane e polarizzato ulteriormente un Paese profondamente diviso. Comey sarà ascoltato dalla Commissione intelligence della Camera, che indaga sulle presunte interferenze russe nella campagna per le presidenziali 2016. Anche Rogers interverrà in commissione.

Speculazioni
I possibili legami di Trump e dei suoi collaboratori con la Russia del presidente Vladimir Putin sono oggetto di molte speculazioni fin da prima della sua elezioni l'8 novembre scorso. A gennaio le agenzie di intelligence Usa presero l'iniziativa senza precedenti di affermare pubblicamente di aver stabilito che hacker che lavoravano per la Russia avevano violato le email dei dirigenti del partito democratico, pubblicando i testi più imbarazzanti, con l'obiettivo di aiutare Trump a sconfiggere Hillary Clinton. Da allora la questione di una presunta alleanza tra Trump e il Cremlino ha dominato il dibattito pubblico.

Nessuna evidenza
Per il presidente della commissione Intelligence della Camera finora non ci sono evidenze che la campagna di Trump abbia colluso con la Russia. Sulla base di «tutto quel che ho in mano a stamattina, non c'è prova di collusione» tra il team di Trump e la Russia, ha detto ieri Devin Nunes a Fox News. «La Trump Tower è stata fisicamente intercettata? No, non lo è mai stata e le informazioni che abbiamo ricevuto venerdì ci conducono in quella direzione» ha sottolineato Nunes. Mosca ha sempre smentito di essere all'origine delle violazioni informatiche e ha bollato il polverone sulla «Russia connection» come «una totale caccia alle streghe».

Le accuse di Trump a Obama
L'audizione di oggi dovrà affrontare anche una seconda questione esplosiva: l'accusa di Trump, mai confortata da prove, che l'amministrazione Obama intercettasse il suoi telefoni alla Trump Tower di New York durante la campagna elettorale. Il 4 marzo scorso Trump ha twittato che Obama «spiava» il suo telefono, un'accusa che ha tenuto banco nel dibattito politico a Washington. 

Tante indagini
Varie commissioni del Congresso hanno aperto inchieste sulle accuse di interferenze di Mosca: tra queste le commissioni Intelligence di Camera e Senato, che vigilano sulle 17 agenzie di intelligence del Paese, e le commissioni Giustizia di Camera e Senato. Anche l'FBI indaga sulle interferenze russe in campagna elettorale. Quel che non si sa però è se abbia aperto o meno un'inchiesta sui rapporti con Mosca dei collaboratori di Trump.

Sfida Fbi-Congresso
L'audizione di oggi si preannuncia come una sfida pubblica tra Fbi e Congresso, nella quale Comey potrebbe lanciare una bomba. Vari membri del Congresso hanno lamentato la mancanza di collaborazione del Bureau sulla Russia e sulle accuse di spionaggio di Trump, che Obama e una lunga serie di funzionari hanno smentito senza giri di parole. La questione delle intercettazioni è esplosa a febbraio, quando l'allora consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn, è stato costretto alle dimissioni dopo che è emerso che aveva tenuto nascosto al vicepresidente Mike Pence il contenuto di un colloquio telefonico con l'ambasciatore russo, nel quale aveva parlato delle sanzioni appena imposte da Obama su Mosca per l'hackeraggio elettorale. Nello stesso periodo il New York Times ha scritto che l'intelligence Usa aveva registrato vari contatti tra i collaboratori di Trump e uomini dello spionaggio russo nell'anno precedente il voto. Nunes ha detto che l'indagine della commissione riguarda anche chi abbia rivelato i contatti privati tra Flynn e i russi sul tema delle sanzioni.

Da Sessions silenzio
A complicare l'intrigo, il ministro della Giustizia di Trump Jeff Sessions ha annunciato che non interverrà sulle inchieste relative alla Russia dopo che è emerso che ha mentito sotto giuramento, negando davanti al Congresso di aver incontrato l'ambasciatore russo prima dell'insediamento di Trump. 

L'agenda del Presidente
Sul piano interno la polemica sullo spionaggio ha sviato l'attenzione dalle varie iniziative nell'agenda di Trump, dalla cancellazione della riforma sanitaria di Obama, al riassetto del sistema fiscale al controverso bando dei viaggiatori da sei Paesi musulmani. Secondo gli oppositori la vicenda ha anche peggiorato i toni già grossolani del dibattito politico Washington e compromesso la credibilità interna e internazionale del presidente.

Il gelo con la Merkel
Il fallout della polemica ha raggiunto anche i rapporti con gli alleati più stretti di Washington. La Casa Bianca è stata costretta a ritirare l'accusa, ripresa la scorsa settimana dal suo portavoce Sean Spicer, che i servizi britannici hanno collaborato con l'amministrazione Obama per spiare Trump. Un'accusa smentita dallo stesso servizio britannico come «totalmente insensata». Tuttavia in seguito Trump l'ha ripetuta in una conferenza stampa a fianco della cancelliera tedesca Angela Merkel. «Per quel che riguarda lo spionaggio da parte della passata amministrazione, almeno abbiamo qualcosa in comune» ha detto Trump in riferimento alle rivelazioni di WikiLeaks del 2015 che gli Usa hanno monitorato per anni le chiamate di Merkel.