Usa 2016, Donald Trump è il Silvio Berlusconi made in Usa?
Gli Stati Uniti facciano attenzione alla lezione italiana, prima che il dado sia tratto. A scriverlo è Roger Cohen, che a lungo si è occupato di politica italiana, in un op-ed sul New York Times, facendo riferimento alla 'sindrome Trump-Berlusconi'
NEW YORK - Gli Stati Uniti «facciano attenzione» alla lezione italiana, «prima che il dado sia tratto». A scriverlo è Roger Cohen, che a lungo si è occupato di politica italiana, in un op-ed sul New York Times, facendo riferimento alla «sindrome Trump-Berlusconi». "Quello che Berlusconi insegna è che Trump potrebbe arrivare fino in fondo in una nazione assetata di nuova politica. Ci sono voluti 17 anni di scandali a intermittenza e incapacità affinché l'Italia smettesse di farsi illusioni" ha scritto Cohen.
Somiglianze
«Nessuno che conosca Silvio Berlusconi e abbia visto l'ascesa di Donald Trump» può rimanere indifferente di fronte alle «somiglianze» tra i due: non solo per il percorso dal settore immobiliare alla tv, per l'ammirazione per Vladimir Putin, per il piglio da playboy e l'ossessione della virilità, per un pizzico di intolleranza, per il disprezzo dei politici e il fare affidamento sul 'dire le cose come stanno'; non è solo la loro ricchezza, o la capacità di usare i media. «No, è qualcosa nello spirito del tempo. L'America - scrive Cohen - è matura per Trump come l'Italia era matura per Berlusconi».
La versione statunitense di Berlusconi
Anche Trump si sta facendo largo attraverso un sistema politico corrotto, in un Paese «il cui potere è in declino», in una società dove «è alta» le frustrazione per la perdita di posti di lavoro a vantaggio della Cina, opponendo alla «dottrina della moderazione» di Barack Obama la sua «dottrina della rinascita». Allo stesso modo, Berlusconi era emerso con la fine della Guerra Fredda, l'implosione del sistema politico dominato dalla Democrazia Cristiana e lo scandalo di 'Mani pulite'. La versione statunitense, però, fa molta più paura: «Se eletto presidente, Trump avrebbe il dito sul bottone nucleare. Berlusconi no. Trump fronteggerebbe istituzioni forti, comprese quelle giuridiche. Berlusconi no. Trump sarebbe il leader del mondo libero. Berlusconi governava da una città, Roma, la cui lezione è che qualsiasi potere, per quanto grande, passa».
(Con fonte Askanews)
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