Referendum su Basescu, alle 14 affluenza al 21,37%
Un'affluenza inferiore di sei punti percentuali a quella delle elezioni locali di giugno, quando alla fine si recò alle urne il 56,39 per cento degli aventi diritto. L'allontanamento del presidente è reclamato a gran voce dalla maggioranza di centrosinistra in Romania, nazione in preda a un'acuta crisi politica che ha suscitato i timori dell'UE
BUCAREST - Alle 14 ora locale (le 13 italiane), era pari al 21,37 per cento il tasso di affluenza in Romania, dove oggi è in programma un referendum cruciale sulla destituzione del presidente di centrodestra Traian Basescu.
Un'affluenza inferiore di sei punti percentuali a quella delle elezioni locali di giugno, quando alla fine si recò alle urne il 56,39 per cento degli aventi diritto. L'allontanamento del presidente è reclamato a gran voce dalla maggioranza di centrosinistra in Romania, nazione in preda a un'acuta crisi politica che ha suscitato i timori dell'Unione Europea.
I risultati della consultazione saranno monitorati con grande attenzione da Bruxelles, che a metà luglio ha già criticato i metodi poco ortodossi attuati dall'Unione sociale liberale (Usl) del primo ministro Victor Ponta per facilitare la destituzione del presidente.
La sorte di Basescu, 60 anni, in carica da otto anni e al momento sospeso, dipende fortemente dall'affluenza: il referendum non sarà infatti valido se ai seggi non si presenterà almeno la metà più uno dei 18,3 milioni di romeni aventi diritto. Già sopravvissuto a un referendum per la sua destituzione nel 2007, Basescu, ex capo di marina, ha visto la propria popolarità crollare dopo una durissima cura di austerity gestita nel 2010.
«Spero con tutto il mio cuore che al termine di questa giornata conosceremo la volontà della maggioranza dei romeni, per poterla in seguito mettere in pratica», , ha dichiarato il presidente ad interim Crin Antonescu, tra le personalità di punta dell'Usl.
Durante l'ultimo intervento, Antonescu aveva esortato i romeni a votare in massa, l'unico modo per «stabilire una democrazia solida». Invocando paradossalmente gli stessi argomenti Basescu ha invece invitato i romeni a restarsene a casa, mentre i suoi simpatizzanti hanno lanciato un appello al boicottagio per non legittimare quello che hanno definito un «colpo di stato»em>.
«Il prestigio della Romania è nelle mani dei romeni», ha sottolineato Basescu, affermando che questi ultimi sono in grado di «ripristinare la democrazia» astenendosi dal voto. Mentre gli avversari gli rimproverano di «aggrapparsi al potere» ignorando la volontà della maggioranza dei romeni, il presidente sospeso ha assicurato che «se il tasso di affluenza si attesterà intorno 48-49 cento e la differenza (tra il 'sì' e il 'no') fosse ampia, non avrei altra soluzione che rinnovare la mia proposta di accorciare il mio mandato in cambio di una revisione della costituzione».
Una revisione che dovrebbe portare a un parlamento monocamerale e ridurre di un terzo il numero dei seggi, una proposta massicciamente supportata nel referendum del 2009. Per mobilitare il maggior numero di elettori possibile, le autorità hanno prorogato di quattro ore l'apertura dei 18.200 seggi, che chiuderanno alle 23 locali (le 22 italiane). Urne sono state allestite anche negli alberghi e nei ristoranti sul litorale del Mar Nero.