Renzo Rosso e Jeffrey Sachs insieme per il Mali
Così, nel 2008, è nata Only the Brave, la fondazione no-profit che ha finora investito circa 11 milioni di dollari in oltre cento progetti di sviluppo sociale in tutto il mondo, andando ad aiutare direttamente più di 40.000 persone
ROMA - «Tutto è possibile. Con la passione, penso che il mondo si possa cambiare». Renzo Rosso parla con schiettezza e semplicità, racconta come il suo impero, Diesel, sia nato da un'idea semplice: fare qualcosa di nuovo e di rivoluzionario. Era forse un'idea pazza quella di reinventare il mondo del denim, sdoganarlo dal concetto di «divisa da lavoro», e di conquistare il mercato americano. Qualcuno diceva che vendere jeans negli Stati Uniti sarebbe stato come vendere ghiaccio al Polo Nord. Eppure Renzo Rosso ci è riuscito, con determinazione e passione, racconta lui stesso. E ora che Diesel è un marchio famoso a livello internazionale, un lifestyle brand che compete con l'eterna concorrente Levis, è il momento di usare il marchio per cause più nobili: «mi sono detto, perché non usare la mia faccia per fare qualcosa di grande e importante, per contribuire a combattere la povertà estrema e la fame in Africa?», racconta durante un evento alla Missione Italiana alle Nazioni Unite.
Così, nel 2008, è nata Only the Brave, la fondazione no-profit che ha finora investito circa 11 milioni di dollari in oltre cento progetti di sviluppo sociale in tutto il mondo, andando ad aiutare direttamente più di 40.000 persone. E un anno dopo è partita l'iniziativa in collaborazione con Millennium Promise, per lo sviluppo sostenibile del Only the Brave Millennium Village a Dioro, in Mali (il progetto dura cinque anni). L'idea è quella di sostenere l'agricoltura, creare un sistema sanitario, costruire scuole e infrastrutture, con l'obiettivo finale di rendere il villaggio autosufficiente e in grado di sostenersi su un proprio modello di business: «sono una persona semplice, rispetto le persone e i loro valori, non ho mai lavorato per soldi, ma solo per passione», dice Rosso, spiegando che l'obiettivo finale è «creare posti di lavoro e aiutare la comunità, non sostituirci ai Governi».
Ma portare avanti un progetto di questo genere non è facile. «Pazzo, moderno, rivoluzionario: il marchio Diesel è questo. Essere un pioniere vuol dire anche non essere compreso», dice Rosso. E questo vale anche per gli obiettivi della fondazione, per la quale «serve molto lavoro e molta ricerca, ma per ora siamo soli, non siamo ancora riusciti a coinvolgere altri marchi. Se ci riuscissimo, avete idea di che cose grandi si potrebbero fare?». Al suo fianco, alla Missione Italiana, ci sono anche l'ambasciatore italiano all'Onu Cesare Maria Ragaglini, voce importante a sostegno degli obiettivi del Millennio, e Jeffrey Sachs, professore alla Columbia, fondatore di Millennium Promise e partner di Rosso in questa avventura. «Abbiamo visto risultati fenomenali in Mali, nel Millennium Village c'è un fortissimo spirito della comunità. Quello che facciamo è enorme, si tratta di salvare vite», ha detto Sachs.