19 marzo 2024
Aggiornato 04:00
Morte Vaclav Havel

Candele a Praga, nei luoghi simbolo della «Rivoluzione di velluto»

In centinaia si sono riversati nel cuore della capitale ceca per rendere omaggio a Vaclav Havel, morto ieri a 75 anni, nei luoghi simbolo della «Rivoluzione di velluto» del 1989 di cui l'ex Presidente era diventato l'icona

PRAGA - I cechi in lutto si sono raccolti spontaneamente nel cuore di Praga per rendere omaggio a Vaclav Havel, morto ieri a 75 anni, nei luoghi simbolo della «Rivoluzione di velluto» del 1989 di cui l'ex Presidente era diventato l'icona.

Per tutto il pomeriggio e tutta la sera, praghesi di tutte le età hanno deposto candele e fiori davanti alla targa presente in via Nazionale, che ricorda la manifestazione studentesca del 17 novembre 1989, repressa dalla polizia, che fece da detonatore alla protesta in tutto il Paese. «Grazie a Vaclav Havel, il mondo conosce anche cose positive sul nostro paese. In lui non c'era menzogna, né corruzione», ha detto una giovane praghese che porta lo stesso nome dell'ex presidente, Barbora Havlova (versione femminile del nome Havel).

In piazza Venceslao centinaia di persone hanno portato fiori e acceso candele sotto la statua equestre del santo patrono del Paese. Molti anche i ritratti di Havel adagiati alla base della statua. In piazza Venceslao i cechi affrontarono a mani nude i carri armati sovietici nell'agosto 1968 e fu sempre qui che il giovane studente Jan Palach si diede fuoco nel gennaio 1969 per protestare contro l'intervento brutale di Mosca contro la 'Primavera di Praga'. Vent'anni più tardi, i cechi si riversarono nuovamente in questa piazza per liberarsi del regime comunista sotto la guida del drammaturgo e dissidente Vaclav Havel, diventato poi Presidente.

I praghesi hanno salutato il loro eroe anche davanti alla sua casa e al castello di Praga, su cui sventola una grande bandiera nera. «Per noi rappresentava tutto quello che democrazia e libertà significano. Era un uomo coraggioso che aveva lottato a nome di tutti noi... », ha detto con un filo di voce un ottantenne, con le lacrime agli occhi.