26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Se confermati i primissimi exit poll

Slovenia, il candidato del centrosinistra in testa a sorpresa

Indipendente, attuale sidaco di Lubiana forse nuovo Premier sloveno. Solo terzi, come atteso, il socialdemocratici (Sd) del premier di centrosinistra uscente, Borut Pahor, che ottiene appena il 10,8% dei voti

BELGRADO - Se confermati i primissimi exit poll, sarà una vittoria a sorpresa dell'attuale sindaco di Lubiana, a caratterizzare le elezioni legislative di oggi in Slovenia, le prime anticipate, mai convocate dall'indipendenza del paese dalla Jugoslavia, nel 1991.
Chiusi i seggi alle 20:00, un 'ora di ritardo rispetto a quanto previsto, Jankovic, un candidato indipendente, ma vicino al centro sinistra, con la sua neo fondata lista «Slovenia positiva», è dato infatti vincente con il il 26,54% dei consensi, per 26 seggi, dei 90 che compongono la camera bassa del parlamento sloveno. Lo riferiscono i primi exit poll diffusi dall'agenzia di stampa Sta e dalla Tv nazionale. Contrariamente alle attese dei sondaggi pre elettorali, dunque, è solo secondo Janez Jansa, leader del Partito democratico sloveno (Sds). La formazione di centro destra infatti, si attesta al momento al 26,54% dei consensi, per 26 seggi.

Solo terzi, come atteso, il socialdemocratici (Sd) del premier di centrosinistra uscente, Borut Pahor, che ottiene appena il 10,8% dei voti. Resta, comunque, il solo partito della maggioranza uscente, ancora presente in parlamento, con i due ex alleati Zares e Partito liberl democratico (Lds) che non raggiungono la soglia di sbarramento del 4%. Stessa sorte per il partito nazionalista (Sns).
Si allinea alle attese, invece, l'8,7% attribuito alla 'Lista dei cittadini' di Gregor Virant, ex ministro del governo Jansa . Il partito dei pensionati Desus raccoglie il 6,7% dei voti, non lontano dal 6,4% del partito popolare di cetnro destra (Sls). Il partito cristiano popolare 'Nuova Slovenia', avrebbe infine ottenuto il 4,7% dei consensi.

A penalizzare le ambizioni di vittoria di Jansa, sarebbe stato uno scandalo immobiliare rialente al suo precedente premierato del 2004-2008, che lo vede direttamente coinvolto e che è esploso nell'immediata vigilia del voto.

Qualunque volto assumerà il nuovo esecutivo, non avrà un compito facile, considerando che il piccolo paese con appena due milioni di abitanti, membro dell'Ue dal 2004 e dell'Eurozona dal 2007, è attualmente sotto attacco dei mercati, con i tassi di interesse sui propri titoli di stato schizzati nelle ultime settimane al livello allarmante del 7%. Appena due anni fa lo stato sloveno veniva considerato ancora «un gioiellino» nel contesto delle economie Ue. Proprio sulla crisi del debito, invece, si è schiantato il fragile governo Pahor, sfiduciato dopo che a giugno un referendum bocciò il progetto di innalzamento dell'età pensionabile da 63 a 65 anni, adottato sulla scia delle forti pressioni Ue.

Ultima dopo Spagna e Italia, la Slovenia è il sesto Paese dell'Ue a ritrovarsi a cambiare maggioranza sulla scia della crisi dell'euro debito: dall'indipendenza dalla Jugoslavia del 1991, queste sono le prime elezioni anticipate che affronta la piccola repubblica alpina, di appena due milioni di abitanti.